Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Tra i tassisti c'è tensione: pronti allo stop

Fonte: L'Unione Sarda
4 gennaio 2012

«Tariffe invariate»


Sono pronti a scioperare e a scendere in piazza i tassisti cagliaritani. Ai 105 conducenti che fanno capo alle cooperative Rossoblù e Quattro Mori non piace l'idea di una liberalizzazione delle licenze e si dicono pronti ad accodarsi alle azioni di protesta su scala nazionale che saranno certamente intraprese se i propositi del governo Monti si dovessero tradurre in un provvedimento. «Siamo in contatto con i colleghi delle altre città a cominciare da Roma e Milano», riferisce Marcello Di Cesare, presidente dell'Unione tassisti sardi, «siamo in attesa di conoscere gli sviluppi. Se si deciderà di liberalizzare, manifesteremo». In città le ultime 5 licenze furono rilasciate svariati anni fa, dopo un concorso. Riguardavano il trasporto di persone disabili: «Non avrebbe senso concederne di nuove», sostiene Di Cesare, «perché Cagliari è una città piccola e le attuali 105 bastano e avanzano. Non siamo a Roma dove i tassisti sono 8 mila. Liberalizzare i taxi da noi è assurdo, oltre che ridicolo». «Una trovata di intellettuali e professori che non ne capiscono niente», incalza, «non credo che la salvezza dell'Italia dipenda dai tassisti. Liberalizzare, tra l'altro, significherebbe anarchia delle tariffe e per i clienti sarebbe una beffa perché il costo delle corse lieviterebbe».
LO SCENARIO In città le tariffe non vengono aggiornate dal 2006, nonostante sia previsto un adeguamento Istat ogni due anni, e non subiranno variazioni neanche ora che la benzina è rincarata. «La decisione di modificarle può essere presa dal Comune su nostra richiesta», spiega il tassista di Villanova, Giovanni Frongia, «noi non stiamo facendo pressioni perché non vogliamo penalizzare i clienti». Quanto costano oggi le corse? «Sono tra le meno care d'Italia: 3 euro di scatto di partenza e 90 centesimi a chilometro». Alcune sono a prezzo fisso. «Quindici euro da piazza Matteotti all'Aeroporto, 5 da piazza Yenne a piazza Repubblica passando dalle vie Manno e Garibaldi. Ci auguriamo che il governo ci ascolti, altrimenti la reazione sarà durissima. In confronto lo sciopero di quattro anni fa ai tempi di Bersani passerà alla storia come un raduno di boyscout».
Paolo Loche