Lo stabile di piazza del Carmine acquistato dal Comune e mai utilizzato sarà ristrutturato: diventerà una sede municipale Via Roma ha intenzione di liberare il centro storico dalle impalcature decennali: via Maddalena, largo Carlo Felice e via Baylle
di ENNIO NERI e.neri@sardegna24.net
Palazzo Caide: dopo vent’anni via al recupero. Unintervento innovativo e di qualità che permetterà l’utilizzo, come sede municipale, di uno dei gioielli dell’amministrazione. Tra gli uffici dell’assessorato il nome“palazzo Caide” (dalla cartoleria che occupa il piano terra dello stabile), non piace. Preferiscono chiamarlo ex palazzo Inail: si tratta di un edificio, in pieno centro, di quattro piani, all’angolo tra piazza del Carmine e via Sassari, a pochi passi da palazzo Bacaredda. Acquistato dall’amministrazione negli anni ‘90 dall’Inail,nonè maistato utilizzato.
Enel frattempo è andato pure in rovina, occupato (e danneggiato) da famiglie di abusivi. Tanto che ora la manutenzione costerà quasi quanto l’acquisto. Lo scorso anno l’amministrazione fu costretta a risarcire, con 8mila euro fuori bilancio, l’avvocato Andrea Pirastu, proprietario di un appartamento del palazzo adiacente, che aveva subito danni a causa di infiltrazioni provenienti proprio dallo stabile comunale abbandonato.Maora via Roma ha deciso di restaurare l’edificio e trasformarlo in sede comunale. I fondi (si parla di qualche milione di euro) sono già nel bilancio.
Tuttavia per i lavori i tempi saranno lunghi. Ma l’intervento è necessario anche nell’ottica di dismissione e vendita dello stabile comunale di via Sonnino, che, nel giro di qualche anno, sarà ceduto ai privati. Il recupero del patrimonio comunaleeraunodegli obiettivi dichiarati del primo cittadino. I primissimi passi risalgono tuttavia a un anno fa. Precisamente al 30 dicembre 2010, quando Roberto Trudu, ingegnere del servizio Patrimonio, viene nominato responsabile del procedimento e coordinatore della trasformazione dello stabile del Palazzo Ex Inail in sede municipale. Nell’ambito della nomina è prevista la realizzazione di un progetto preliminare della “ristrutturazione/restauro” da proporre agli uffici dell’assessorato ai Lavori pubblici, per l’inserimento del progetto nel programma triennale delle opere pubbliche. Il servizio “Patrimonio ed Espropriazioni”, competenza dell’assessore Gabor Pinna, ha avviato la predisposizione del progetto preliminare del restauro conservativo del Palazzo ex Inail di proprietà comunale e si pone l’obiettivo di completare i lavori “mediante l'utilizzo di software per la progettazione edilizia ad alto livello professionale”. Il mese scorso, poiché l’ufficio Espropriazioni «dispone di una dotazione organica molto ridotta e che fra quelle presenti non vi sono figure professionali dotate delle competenze » necessarie all’intervento e che «tali figure non possono essere reperite presso altri Servizi di questo Ente, in quanto al momento non disponibili», viene affidato l’incarico di completamento degli elaborati, tre soggetti esterni, nello specifico tre ingegneri (Alessandro Cuboni, Emanuela Siddi e Maria Cristina Pici) e l’archeologa Elisabetta Sanna che si occuperà di ricostruire la storia dell’immobile.
Destino analogo potrebbe essere quello di palazzo Accardo, all’angolo tra il largo Carlo Felice e via Crispi. L’immobile (anche questo di pregio) da oltre 10 anni è circondato da unapensilina parasassi che protegge i passanti dai cedimenti della facciata. A settembre sono stati stanziati i fondi per il recupero e scongiurare ulteriori crolli. Diverso invece il caso degli altri due edifici comunali transennati: il palazzo all’angolo tra via Mercato vecchio e via Baylle e quello tra via Maddalena e il corso Vittorio Emanuele II, il famoso “Castello sorcesco” (il soprannome che gli diedero gli abitanti di Stampace per la folta colonia di ratti che da un ventennio popola lo stabile). Entrambi disabitati e pericolanti da anni, saranno venduti all’asta. Resta po il caso del palazzo della vecchia cartoleria Dessì, all’angolo tra il corso Vittorio Emanuele II e il largo Carlo Felice. Il fabbricato, in questo caso, appartiene ai privati e arrivare alla soluzione è un po’ più complesso.