Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

SANT’ELIA A PEZZI

Fonte: Sardegna Quotidiano
3 gennaio 2012

 Il Comune batte cassa per lo stadio e il Cagliari deve pagare 1,8 milioni

di Virginia Saba virginia. saba@ sardegnaquotidiano. it

Fine dell’anno col botto. Il Cagliari calcio dovrà versare circa 1 milione 800 mila euro al Comune di Cagliari. E lo dovrà fare entro dieci giorni a partire dal 28 dicembre, data della notifica dell’atto di precetto consegnato dal messo che ha bussato in casa Cagliari appena prima della fine dell’anno. Il debito che la società di viale La Plaia dovrebbe pagare entro la prima decade di gennaio riguarda gli oneri concessori dello stadio, a partire dai lontani anni ’70 al 1994. Una somma totale che originariamente, ai tempi della causa intentata quando era sindaco Mariano Delogu, si aggirava intorno al vecchio miliardo e seicento milioni di lire, ma che oggi tra spese legali, interessi e rivalutazione monetaria è arrivata a toccare il milione e 800 mila euro. Un sollecito davanti al quale il Cagliari verosimilmente non può tirarsi indietro: in caso di mancato pagamento entro il termine previsto si provvederà all’es e c uzione forzata, il che significa che si passerà al pignoramento dei beni del Cagliari calcio per un valore di 1 milione e 800 mila euro. Il tutto entro 90 giorni.

La società rossoblù, dal canto suo, difficilmente farà opposizione al provvedimento avviato dall’ufficio legale del Comune, nello specifico nella persona dal dirigente dell’avvocato comunale Carla Curreli. Il motivo è legato al fatto che i legali della società di viale la Plaia avevano richiesto la sospensione dell’esecutività. Una richiesta però rigettata dai giudici. Si potrebbe intervenire solo e soltanto per vizi formali. Per il resto è diritto e dovere dello stesso Comune esigere una somma che altro non è che il frutto di una sentenza, anche se solo di primo grado e non LA CAUSA Canoni di locazione dagli anni ’70 al ’94, società rossoblù condannata a pagare: già notificato l’atto di precetto IL RISCHIO Viale la Plaia ha 10 giorni dal 28 dicembre per sborsare i soldi, poi scatta il pignoramento dei beni passata in giudicato, contro la quale la dirigenza rossoblù potrebbe far valere un eventuale verdetto di appello a lei favorevole. Ma l’ufficio legale del Municipio non ha aspettato. E il Cagliari calcio così si ritrova a dover pagare una somma legata ai primi anni di vita del Sant’Elia, che parte dalla presidenza di Paolo Marras del ’70-’71 fino ai primi due anni di Massimo Cellino.

LE CONSEGUENZE? A livello diplomatico potrebbero essere notevoli. I rapporti tra la società rossoblù e il Comune di Cagliari a questo punto potrebbero inasprirsi, nonostante l’atto di sollecito contro il Cagliari sia puramente un provvedimento amministrativo uscito dall’ufficio legale del Comune, e non di tipo politico. In soldoni non un’iniziativa del sindaco Massimo Zedda. Che non ha mai chiuso le porte in faccia al presidente Cellino, il quale a sua volta ha espresso pubblica simpatia nei suoi confronti. Di certo i contatti tra il presidente del Cagliari e il sindaco ultimamente si erano intensificati. Soprattutto dal momento in cui costruire o montare lo stadio-puzzle prefabbricato nei terreni di Santa Caterina di Elmas è diventato impossibile. Più una battaglia legale che altro. Con la Sogaer che ha citato in giudizio la società del Cagliari, che a sua volta ha citato in giudizio la società di gestione dell’aeroporto nelle persone dei consiglieri d’am - ministrazione, tra i quali compariva lo stesso Massimo Zedda.

ROSSOBLÙ ANCORA AL SANT’ELIA? Tra tante difficoltà una riapertura al Sant’Elia era l’idea che sembrava aleggiare negli ultimi tempi ai vertici del Cagliari calcio. Sempre che questo atto di precetto non abbia smontato le intese. Lo stesso sindaco Zedda, due settimane fa, ha messo dei chiari paletti (ad esempio nessuna attività commerciale nel Sant ’Elia che verrà) ma non ha escluso l’idea di un Cagliari in un nuovo stadio proprio al Sant’Elia. Nello specifico per il Cagliari calcio, pagare i debiti al Comune sarebbe la premessa per intavolare un discorso che consenta alla squadra dell’Isola di restare in città. Oltre al debito in questione ci sarebbero quelli relativi alla convenzione stipulata nel 2000 che prevede il canone di 50 mila euro all’anno con scadenza nel 2013, con tutti quei discorsi abbastanza indefiniti relativi alle responsabilità della manutenzione ordinaria o straordinaria. Chi e in che modo si sia dovuto, debba e dovrà occuparsi dello stadio. IL TAVOLO POLITICO E qui potrebbe nascere ancora l’ipo - tesi di una “collaborazione ” tra Cagliari e Comune. Un tavolo politico, potrebbe essere la proposta del sindaco Zedda, destinato a definire nel dettaglio le responsabilità sulle manutenzioni. Solo questa potrebbe essere la base per iniziare un nuovo discorso con il Cagliari relativamente al Sant’Elia. Sempre che l’atto di precetto non abbia già compromesso i buoni rapporti. In tempo di mercato calcistico, un milione e ottocento mila euro sono tanti. Pochi in confronto a Nainggolan per intero, che vale quasi dieci volte tanto.

LA GRANA I FURTI DI RAME E L’ILLUMINAZIONE ALL’ESTERNO

Non c’è pace per il Sant’Elia. Il prefetto nei mesi scorsi ha detto che, viste le condizioni in cui si trova il vecchio stadio, c’è il rischio che prima o poi ne debba dichiarare l’inagibilità. Ma il problema che è sorto ieri mattina, durante il sopralluogo della commissione di vigilanza che periodicamente ne controlla lo stato, non se l’aspettava nessuno: i ladri di rame, che hanno portato via tutti i cavi che garantivano l’illuminazione dell’Asse mediano, si sono appropriati anche di quelli che alimentavano i lampioni nel parcheggio dello stadio. Così per eventuali partite da giocare in notturna non sarebbe garantita la sicurezza all’esterno dell’impianto. Per la bega dell’asse mediano la Giunta è stata costretta a stanziare circa 700mila euro. Ora c’è anche la grana stadio, con un intervento che potrebbe comportare ulteriori spese per l’amministrazione. Esborsi che, secondo stime grossolane, confluirebbero in quei circa duecentomila euro all’anno che il Comune paga per cercare di garantire l’ac - cesso del pubblico alle tribune.