Libersind a Zedda: «Lo sciopero di fine anno è stato unitario»
La sostituzione del soprintendente verrà discussa tra otto giorni
CAGLIARI. Il dialogo non si è interrotto, anzi, sia pur con difficoltà, prosegue, in vista del prossimo decisivo appuntamento dell’11 gennaio, quando il cda della Fondazione, è certo, avvierà le procedure per un radicale cambio ai vertici del teatro. Due giorni dopo è prevista la nuova giornata di sciopero dei lavoratori del Teatro Lirico, ma se nel cda della Fondazione si avvierà il percorso che porterà alla sostituzione del soprintendente Di Benedetto, è probabile che questo venga se non revocato quantomeno congelato. La lunga riunione di fine anno ha lasciato strascichi e una coda di polemiche tra sindacati e amministrazione comunale. Una delle otto sigle presenti al tavolo, la Libersind-Confsal, infatti non ha gradito per nulla le affermazioni del sindaco Zedda che al termine della riunione del 30 dicembre avrebbe puntato il dito proprio contro questa organizzazione sindacale che pur non citata direttamente sarebbe stata ritenuta decisiva nel mantenere ferma l’ipotesi dello sciopero per il 31 dicembre e per il 1º gennaio. «Non è vero che c’è stata la volontà di parte dell’orchestra di far saltare i concerti di Capodanno, perché tutte le otto sigle sindacali hanno confermato l’astensione dal lavoro dopo la lunga riunione con il sindaco». La nota firmata dai vertici nazionali e regionali del Libersind (Giuseppe Sugamele e Andrea Saccarola) si chiude condannando l’atteggiamento ritenuto discriminatorio del presidente della Fondazione e «l’evidente e incomprensibile stravolgimento della realtà dei fatti operata dal sindaco». Al centro del confronto, nella riunione del 30, due punti: la sostituzione del soprintendente e il recupero di una voce della retribuzione tagliata ingiustamente, secondo i sindacati, dallo stesso manager. Sul primo punto il sindaco, stando a quanto raccontano i partecipanti alla riunione, ha confermato che la attuale gestione del teatro ha fatto il suo tempo, e che un cambiamento sia doveroso nel più breve tempo possibile; sui soldi invece il sindaco ha ribadito che solo un successivo incontro con collegio dei revisori e dirigenti avrebbe potuto dirimere la questione: le posizioni tra sindacati e Fondazione, sulla ulteriore decurtazione di una parte dello stipendio, pari a un 6 per cento di media sul lordo sono infatti all’apparenza inconciliabili. I sindacati non se la sono sentita di cancellare lo sciopero senza atti formali sui due punti, «ma il confronto - ha ribadito anche ieri il sindaco - non si è mai interrotto. Siamo sempre pronti a dialogare, sapendo che per farlo bisogna essere in due». Adesso l’appuntamento è per l’11, riunione del cda, e per il 13, nuovo sciopero. Se l’11 si parlerà di come, non di se, sostituire Di Benedetto, forse lo sciopero potrebbe essere sospeso.(g.cen.)