Quasi pronta la riforma, centrodestra diviso. Il Pd: «No a commissari e scioglimenti»
Prima decisione dopo la decadenza dell’esponente del Pd
FILIPPO PERETTI
CAGLIARI. Nel 2012 l’amministrazione provinciale di Cagliari, minata dalla decadenza del presidente Graziano Milia, sarà rieletta dai sindaci e non più dai cittadini. E se la legge regionale di riforma sarà approvata in tempi rapidi, la stessa fine anticipata potrebbe toccare entro l’anno alle nuove quattro Province e forse alle altre tre «storiche» (Sassari, Nuoro e Oristano).
La Giunta regionale, che secondo indiscrezioni sarebbe divisa mentre all’opposizione il Pd ha già iniziato a tuonare contro, si riunirà domani per affrontare il dopo Milia. Il caso è particolarmente ingarbugliato soprattutto a causa delle nuove norme introdotte dal decreto Monti che hanno previsto il ridimensionamento delle Province: elezioni di secondo grado (da parte dei sindaci) di appena dieci consiglieri che a loro volta eleggono il presidente. Le Regioni a Statuto speciale, che hanno competenza sull’ordinamento degli enti locali, Province comprese, devono «adeguarsi» entro sei mesi.
La questione in Sardegna è esplosa in quanto il presidente della Provincia di Cagliari è decaduto in seguito alla condanna confermata dalla Cassazione per abuso d’ufficio. Il 29 dicembre il Consiglio provinciale ha insediato la vice presidente Angela Quaquero e ha deliberato la propria sopravvivenza sino alle prossime elezioni. La Regione sembra però di diverso parere. Il governatore Cappellacci ha affidato allo staff il compito di trovare una soluzione assieme all’assessore agli Enti locali, Nicola Rassu. La delibera che domani sarà portata all’esame della Giunta contiene questi tre punti. Primo: per garantire la continuità amministrativa resterà in sella la Quaquero (di fatto con i poteri del commissario). Secondo: il Consiglio provinciale verrà sciolto. Terzo: le elezioni in primavera si svolgeranno secondo l’indirizzo dato dal decreto Monti. Rassu ha voluto precisare che «né il presidente né io abbiamo mai avuto l’idea di commissariare la Provincia di Cagliari».
Per «adeguarsi» al decreto Monti, la Regione deve dotarsi di una legge ad hoc entro sei mesi. Lo staff del presidente sarebbe già arrivato a un buon punto nella predisposizione del testo, che di fatto sembrerebbe accogliere l’orientamento nazionale sul ridimensionamento del costo delle Province e sul sistema elettorale. Non è escluso che possano essere soppresse le quattro nuove Province regionali (forse con il salvataggio della Gallura) mentre la Regione non ha il potere di abolire le quattro «storiche» (serve una revisione della Costituzione).
Il disegno di legge della Giunta, nel predisporre un nuovo ordinamento, potrebbe prevedere l’immediata decadenza delle amministrazioni provinciali in carica (la scadenza naturale è nel 2015): in questo caso, il rinnovo con le elezioni di secondo grado potrebbe essere contestuale con quelle di Cagliari (non più in primavera, eventualmente in autunno). Ma resta da chiarire (fa parte anche del dibattito nazionale) se sia possibile far decadere in anticipo un’amministrazione eletta dal popolo.
Assente Cappellacci per una breve vacanza con la famiglia, domani la Giunta sarà presieduta dal vice Giorgio La Spisa. E’ probabile che alcuni assessori, contrari all’ipotesi di delibera, chiedano di rinviare la discussione almeno di una settimana, per discuterne col presidente. Oltre che aspetti istituzionali, sul tappetto ci sono delicate questioni politiche. Nel centrodestra si teme che Cappellacci punti a conquistare altro potere scalzando le amministrazioni provinciali, quasi tutte (tranne Oristano e Gallura) andate al centrosinistra nel 2010.
Dall’opposizione il Pd sembra deciso a dare battaglia. Ieri il capogruppo Giampaolo Diana si è detto «contrario sia al commissariamento sia allo scioglimento del Consiglio provinciale». Diana ha sottolineato, sfidando Cappellacci, che «sono maturi i tempi di una riforma che metta mano al sistema istituzionale sardo nel suo complesso, stabilendo funzioni e compiti della Regione, individuando l’ente intermedio e le sue competenze e salvaguardando tutti i Comuni. Niente fughe in avanti con la scusa del caso Cagliari, noi siamo disponibili a discutere e ad approvare in tempi rapidi una progetto di legge organico».