Salta il concerto di Capodanno, previsto al teatro Lirico per domani, primo gennaio. Le organizzazioni sindacali di base fino alla tarda serata di ieri stavano ancora discutendo, piuttosto animatamente, sull’opportunità di attuare l’ennesima forma di protesta estrema che aveva già mandato a gambe all’aria l’evento programmato per Natale, il 23. A nulla è servita una lunga riunione con il sindaco Massimo Zedda che, fino all’ultimo, ha cercato di scongiurare lo sciopero.
La “sommossa” è partita dal Libersind, che rappresenta parte degli orchestrali, ma in puiena notte anche le altre sigle sindacali, che avevano lavorato per la medizione, hanno aderito alla durissima protesta. E in un comunicato congiunto spiegano che «ciononostante le stesse segreterie intendono l’asten - sione dal lavoro di domani come uno sprone per accelerare il processo di cambiamento del Teatro». Durante il vertice di ieri pomeriggio con il sindaco, prima della rottura, sono stati affrontati anche altri temi. Due sono state le questioni principali messe sul piatto dai confederali: la richiesta di benservito all’attuale sovrintendente Gennaro Di Benedetto e la sospensione dei tagli in busta paga. A scatenare l’ira dei dipendenti del Lirico è stata l’approvazione del bilancio previsionale 2012, che prevede un taglio sui soldi di tutto personale, che in totale ammonta a 600 mila euro. Zedda, pur dicendo che su Di Benedetto l’ultima parola non spetta solo a lui ma al Cda, non ha escluso esplicitamente che l’era del sovrintendente possa essere vicino al termine. Quanto agli stipendi, ha fatto un’apertura, promettendo che l’argomento sarebbe stato trattato nella prossima riunione del consiglio di amministrazione.
Ma il Libersind ha proclamato lo stesso lo sciopero, provocando lo strappo finale, al quale tutti hanno aderito. L’incontro è stato molto teso e pare che il primo cittadino non abbia affatto gradito la presa di posizione del sindacato. E non è un mistero. Già giovedì, durante il bilancio di fine anno dei primi sette mesi della sua legislatura, Zedda, riferendosi allo sciopero improvviso che aveva bloccato l’evento programmato per Natale, l’aveva bollato ironicamente come “una genialata” escogitata proprio dalla sigla confederale che stava trattando direttamente con il sovrintendente Di Benedetto. Libersind insieme alla Uil non aveva partecipato al tavolo allestito da Cgil, Cisl, Snater, Usb, Fials per mettere su un contro piano industriale alternativo a quello, contestato da tutti, di Di Benedetto. E aveva dichiarato l’in - tenzione di preparare un documento diverso da presentare per il rilancio della Fondazione. La cosa non è andata giù alle altre sigle, segnando di fatto una spaccatura netta sul fronte sindacale. Insomma: è guerra aperta sul futuro del Teatro lirico. Il sindaco non ha comunque apprezzato la scelta del potente sindacato degli orchestrali di incrociare le braccia. Nella nota diramata nella tarda serata di ieri Zedda specifica: «Durante la discussione di questo pomeriggio, ho rilevato la volontà di una parte dell'orchestra (della sigla Libersind) di far saltare, oltre che il concerto di Natale anche quello del primo gennaio, organizzato da un privato, che sarebbe stato un importante volano per il futuro del Teatro, anche per il coinvolgimento di parte importante del tessuto economico isolano. Parafrasando Churchill: “Mai così pochi fecero così tanti danni, in così poco tempo, a danno di così tanti”». E attacca affermando che la scelta del Libersind è stata presa «nonostante la pesante eredità sulla situazione economica del Lirico, che potrebbe portare al fallimento della Fondazione, nonostante l'impegno del Comune e la disponibilità della Regione sul futuro del Teatro; nonostante la continua presenza del Comune circa i progetti e il futuro del Teatro stesso, in una situazione di crisi economica che dura da 10 anni e che stiamo cercando di affrontare e risolvere con la Regione e la Fondazione Banco di Sardegna; nonostante quattro ore di discussione, la sostanziale condivisione dei punti presentati dalle sigle sindacali durante l'incontro odierno e la condivisione del progetto di piano industriale presentato da sei sigle sindacali su otto » . Francesca Ortalli.
IN SALA Programma originale tra Tifu e Scaccia
Sarebbero state tante le buone ragioni per sedersi sulle poltroncine rosse del Teatro Lirico di via Sant’Aleni - xedda alle 11.30 del primo giorno dell’anno invece che stare seduti sul divano di casa a guardare in tv il tradizionale concerto viennese o romano. Le prime si chiamano Anna Tifu e Romeo Scaccia, talenti della scuola musicale cagliaritana; le altre risiedono in un programma di spessore e originale. A cominciare dall’esecuzione di un brano (“Le Luci di Venezia”) scritto per orchestra da Matteo Martis, 32enne compositore cagliaritano emigrato a New York per studiare il musical alla Tisch School of the Arts. Martis ha al suo attivo una produzione già vasta: oltre al teatro abbraccia la musica da camera, lavori sinfonici e per pianoforte, suo strumento d’infanzia. Sarà anche per questo che tra lui e Scaccia è sbocciata più di un’affinità elettiva con il secondo che ha rinunciato a una sicura carriera di interprete. Grazie al quotidiano L’Unione Sarda, che aveva organizzato il concerto, sei anni fa Scaccia ha realizzato la colonna sonora per il film muto “La Grazia”, girato nel 1929, allora appena restaurato e riproposto al pubblico. Da quel lavoro Scaccia ha tratto una suite per pianoforte e orchestra inserita nel programma. Ad accompagnarlo, a capo dell’or - chestra e del coro del Lirico, Marcello Rota, coadiuvato dal maestro del coro Marco Faelli. Come solista accanto a Scaccia ci sarebbe stata la violinista Anna Tifu. Dopo la celeberrima “Tzi - gane ” di Ravel, in programma due brani di Romeo Scaccia per violino, pianoforte e orchestra: “In volo” e “Sardi - nian Tango”. A seguire “Invito alla danza” di Weber, il “Coro dei cacciatori” dal “Freischütz ”; valzer e polacca da “Evgenij Onegin” di Cajkovskij; a concludere Beethoven: “Musik zu einem Ritterballet ” e l’Inno alla Gioia. B. G.