SANT’ALENIXEDDA Orchestra e coro in sciopero per i concerti di Capodanno. Fronte compatto tra le otto sigle che vogliono la rimozione di Di Benedetto e il sindaco Zedda non la esclude
di Marcello Zasso marcello. zasso@ sardegnaquotidiano. it
Babbo Natale ha fatto un regalo ai lavoratori del Lirico: l’unità sindacale. E per la Befana al posto del carbone vogliono la rimozione del sovrintendente. Ma se il primo risultato è arrivato in seguito alle decisioni del sovrintendente, che hanno ricompattato il fronte, per il secondo la responsabilità spetta al sindaco. «Durante la trattativa per evitare lo sciopero del 31 - spiega Massimo Cecalotti, del sindacato di base - il presidente della Fondazione Massimo Zedda ci ha comunicato che individuerà un nuovo sovrintendente». Il destino di Gennaro Di Benedetto, nominato dieci mesi fa, sembra segnato. È arrivato al Lirico col difficile compito di far quadrare i bilanci, ma i lavoratori sono in rivolta. E lo fanno in modo compatto, perché il sovrintendente non ha più alleati dalla sua parte.
LA SPACCATURA SANATA Quando il presidente della Fondazione Massimo Zedda aveva congelato il piano industriale del sovrintendente Gennaro Di Benedetto, ai sindacati era stato chiesto di fare proposte alternative. Di otto sigle che rappresentano i lavoratori di via Sant’A l e n ixedda, sei avevano dato vita a una commissione tecnica, mentre le altre due avevano deciso di lavorare al fianco del sovrintendente su un altro tavolo. Ma Libersind e Uil, le due sigle che rappresentano gli orchestrali, prima hanno indetto lo sciopero che ha fatto saltare il concerto di Natale poi sono rientrate nel fronte anti-sovrintendente per lo sciopero compatto del 31 dicembre. I due concerti previsti, la sera di San Silvestro e ieri mattina, si sono tenuti lo stesso ma senza la partecipazione dei lavoratori del Lirico. La sala, in pratica, è stata affittata ai privati e la violinista Anna Tifu e il pianista Romeo Scaccia si sono dovuti esibire da soli, senza il previsto apporto del coro e dell’o rc h estra. «Lo sciopero l’abbiamo fatto a denti stretti. È stato un gesto forte e, soprattutto, fatto da otto sigle - spiega Giuliana Carona, rappresentante della Slc-Cgil - al presidente della Fondazione noi abbiamo dato la palla e a lui non resta che tirarla nel modo migliore». Alla contestata gestione si è sommato il taglio degli stipendi. «Si tratta di circa 200 euro al mese che prendiamo da tre anni - spiega Cecalotti - in pratica ci vogliono togliere il 22 per cento del salario base, considerato che quello del Lirico di Cagliari è lo stipendio base più basso tra le Fondazioni d’Italia». Un brutto colpo che ha ricompattato i sindacati che hanno firmato un documento unitario che è stato consegnato al sindaco con quattro punti fondamentali: chiedere la testa del sovrintendente, bloccare il taglio dello stipendio, aumentare le produzioni del Teatro e chiedere alla politica di fare la sua parte per le sorti del Lirico.
I TAGLI DELLA REGIONE «Nella nuova Finanziaria è previsto un taglio del 50 per cento dei finanziamenti, l’ennesimo duro colpo nei nostri confronti e per scongiurarlo ci saranno manifestazioni», annunciano i lavoratori. Il pacchetto prevede 5 giorni di sciopero: dopo quello del 31, sono previsti anche il 13 e il 28 gennaio e altri due da definire. Ora la palla è passata al sindaco che l’11 alla seduta del Cda dovrà affrontare le questioni più urgenti: il sovrintendente e gli stipendi. Nel frattempo il Comune parte alla ricerca del suo rappresentante nel Cda del Lirico. Sul sito istituzionale c’è l’annuncio per chi volesse presentare la propria candidatura, in base alle nuove regole sulle nomine nelle Partecipate.