In migliaia nelle quattro piazze dove si è fatto il conto alla rovescia per il nuovo anno
La festa è low cost e a mezzanotte è bastato un cellulare
C'era una volta il tabellone luminoso che mostrava a tutti l'arrivo della mezzanotte. Ma i tempi delle vacche grasse sono finiti. E, per salutare l'anno nuovo, basta un iPhone collegato con l'orologio dell'istituto Ferraris di Torino. Il sindaco Massimo Zedda, dalle parti del Caffè Savoia, è insieme agli amici. Nella piazza, Rocco Barbaro, senza essersi reso conto dell'ora, continua il suo show. E allora qualcuno tira fuori il telefono creato da Jobs per dare l'ora esatta. Il countdown è artigianale ma, alla fine, il gruppo saluta con precisione svizzera l'arrivo del 2012.
Un brindisi collettivo che accomuna migliaia di persone divise tra i quattro palchi cittadini (legati idealmente a quello di Pirri). Difficile, impossibile stabilire il numero delle persone che hanno deciso di festeggiare l'arrivo del nuovo anno in piazza. Ma sono state tante: in tempi di crisi, il veglione all'aperto è la scelta più economica e, quindi, più praticata.
Anche se non si lamentano (più di tanto) i proprietari dei locali del centro storico: approfittando degli spettacoli in zona, hanno organizzato il veglione. E, tutto sommato, hanno raccolto discrete adesioni. Compreso Giuliano De Roma, l'ex brigatista diventato animatore della vita notturna, che ha scelto proprio il 31 dicembre per presentare la sua nuova “casa”, un locale del Corso.
LA MUSICA Mentre qualcuno cena nei ristoranti del centro, in tanti (i più giovani armati di bottiglie di plastica riempite di qualunque sostanza alcolica) sono già per strada. «Andiamo in piazza Savoia», dice un giovane a un amico, «c'è il jazz ma quello che piace». Fabrizio Bosso propone uno swing capace di coinvolgere anche chi non apprezza il jazz. Nella vicina piazza Dettori, invece, i senegalesi Africa Guney trascinano con i loro ritmi. In piazza Yenne, gli Almamediterranea danno la sensazione di tenere i pezzi forti per il dopo brindisi. Non si risparmiano, a Castello, i Nonsoulfunky.
A mezzanotte, saltano i tappi di spumante. E arriva anche un segnale positivo: la moral suasion di Zedda, evidentemente, ha funzionato: si sente qualche botto, decisamente pochi rispetto al passato. Intanto, nonostante l'impegno di Nicola Spiga, la musica in piazza Savoia tarda a ripartire. E i presenti si spostano in piazza Dettori dove sono saliti sul palco gli Rtp: impossibile restare fermi mentre si spandono le note dei “figli” dei Ratapignata. La festa decolla: anche in piazza Yenne, gli Almamediterranea piazzano i loro pezzi: a dodici anni dalla sua morte, Fabrizio De Andrè continua a farsi amare; anche i ragazzini cantano pezzi come Pescatore e Don Raffaè .
Gli ascensori lavorano a pieno regime. In Castello, il dj set di Roberto Zorcolo e Fabrizio Mereu fa ballare. E, nel frattempo, aprono le porte anche i locali che hanno deciso di festeggiare dopo la mezzanotte. Si riempiono anche perché la musica nelle piazza pian piano scema nonostante l'ordinanza imponesse il silenzio «intorno alle 3». E per i tiratardi la notte più lunga dell'anno continua fino all'alba.
Marcello Cocco
L'opinione
Buon anno
al sindaco,
la città chiede
scelte di peso
di Enrico Pilia
Uno scatto. Una spallata soprattutto politica a questo passaggio - lungo, grigio, interminabile - dove negatività e pessimismo sono dietro ogni angolo. Massimo Zedda, sindaco dal giugno scorso, ha un compito: quello di restituire fiducia ai cagliaritani in un momento non facile. Per informazioni, chiedere a Ugo Cappellacci, diventato presidente della Regione in un periodo storico fra i più pesanti della storia della Sardegna. Governare in un clima generale di sfiducia mette a dura prova qualsiasi leader e Zedda ci sta provando, senza rinunciare ad ammettere che il 2012 sarà un anno dedicato soprattutto a eliminare spese. L'onda lunga dei tagli del Governo ai fondi per i Comuni si rifletterà anche sui servizi, sui contributi, sui soldi - in estrema sintesi - che la Giunta investe sulla città. Il sindaco sa bene che il 2012, primo anno in cui la città dovrà mostrare un nuovo volto, rappresenta una prova d'esame importante per questa amministrazione. Fra i personaggi di spicco che stiamo intervistando, è stato eletto - sulla fiducia - uomo dell'anno. I cagliaritani si aspettano scelte importanti, quella spallata che allontani la paura.
Lanci di bottiglie dall'alto, i petardi distruggono i vasi in via dei Genovesi
Bastione in mano agli idioti
Viale Trento, il controveglione di protesta contro Equitalia
Il Capodanno “diffuso” ha fatto divertire i cagliaritani. E ha avuto l'effetto di rendere più sicure le strade e piazze che lo hanno ospitato. Purtroppo, gli idioti hanno avuto altri spazi dove sfogarsi: in particolare, dopo mezzanotte qualcuno ha avuto la brillante idea di buttare bottiglie dal Bastione. A dare l'allarme sono state due ragazze che si sono rivolte direttamente al sindaco - presente in zona - che ha immediatamente, allertato le forze dell'ordine. Le pattuglie intervenute sul posto hanno interrotto lo stupido gioco. Un peccato anche perché il Bastione ha sempre ospitato i festeggiamenti di Capodanno. Non utilizzato negli ultimi anni, ha finito con l'accogliere gruppi di ragazzi che hanno ecceduto con l'alcol.
Qualche problema anche nella vicina via dei Genovesi: nonostante gli inviti alla prudenza, qualche aspirante bombarolo ha piazzato i suoi ordigni nei vasi sistemati all'inizio della strada. Esplosioni che hanno avuto effetti devastanti, con i cocci e la terra disseminati sull'asfalto. Nonostante l'elevato tasso alcolico, i festeggiamenti sono stati vissuti all'insegna della tranquillità. Il superlavoro è toccato agli addetti del Comune che, in mattinata, hanno liberato le strade dalle bottiglie lasciate dai presenti.
LA PROTESTA Ma non è stato solo un Capodanno di festeggiamenti. Quelli del “Presidio Piazzale Trento”, da due mesi piazzati davanti alla Regione per contestare Equitalia, hanno voluto salutare il 2012 in una maniera diversa, proseguendo la protesta. La loro speranza è che il nuovo anno «porti equità vera e giustizia sociale per tutti i sardi». Un auspicio indispensabile perché solo in questo modo, sostengono, la Sardegna può rinascere. ( mar.co. )