Rassegna Stampa

Sardegna 24

La “rivoluzione calma” che ha travolto Cagliari

Fonte: Sardegna 24
30 dicembre 2011

 

Massimo Zedda ha vinto la sua sfida impossibile: «Con me una generazione intera si è riappropiata della politica. Non mi piacciono i proclami, preferisco parlare di cose concrete»

di ALBERTO URGU a.urgu@sardegna24.net CAGLIARI.

Si dice che nel calcio i veri fuoriclasse siano quelli che fanno sembrare facili le cose più difficili. Così forse è anche per la politica e, a sentire il sindaco di Cagliari Massimo Zedda, con il suo tono pacato e deciso, sembra che diventare sindaco di Cagliari, alla fine, sia stata una conseguenza quasi naturale di una serie di azioni e comportamenti semplici, appunto. Peccato che quello che è riuscito a Zedda, scelto come personaggio dell’anno nella politica da Sardegna24, sembrasse impensabile fino a qualche mese fa. Conquistare una città che votava a destra da vent'anni e loha quasi semprefatto in precedenza, e riuscirvi a 35 anni, conquistandosi da solouno spazio che in pochi, almeno all’inizio, sembravano disposti a concedere. «Le vittorie e le sconfitte non sono mai composte da un solo elemento. È la combinazione vincente di molte cose a creare il risultato. Sicuramente nel mio caso c’è stata la spinta di una generazione che si è sentita protagonista per la prima volta di una competizione politica. Sono stati i figli e i nipoti a convincere i genitori o i nonni ad andare a votare. Il loro ruolo è stato sicuramente decisivo». Almenoquanto il coraggio dimostrato nel voler competere in una sfida considerata persa in partenza, che molti politici di centrosinistra più esperti di lui avevano rifiutato. Massimo Zedda lo ha fatto, esattamente un anno fa. «Ho accettato di partecipare alle primarie perché ero convinto di poterle vincere e di poter anche vincere le elezioni. Per ottenereunrisultato difficile, devi avere anche la presunzione di potercela fare. Credo che sia, in fondo, quello che è mancato ad altri candidati di centrosinistra che mi hanno preceduto. Pensavano che avrebbero perso, che nonsarebbero riusciti a conquistare Cagliari. Ed è stato un limite forte ». Fa ancora una certa impressione vederlo nel suo ufficio da sindaco, al terzo piano del palazzo di viaRoma, tra la foto di Napolitano e il gonfalone di Cagliari. Troppo giovane e inesperto per il ruolo, avranno pensato in molti, specie in una città fatta di rapporti ed equilibri chesembravano inscalfibili. Anche se lui nega di avere dovuto superare diffidenze iniziali.«Dopogiugno mi avevano votato praticamente tutti. Battute a parte, ho trovato fiducia e disponibilità in quasi tutti gli ambienti. Anche all’interno dell’amministrazione comunale. Probabilmente perché in molti già mi conoscevano, come consigliere comunale e prima ancora quando lavoravo al gruppo dei Ds». Il 2011 è stato sicuramente l’anno perfetto del sindaco di Cagliari, dalla vittoria alle primarie di gennaio, al trionfo di maggio, ai primi mesi alla guida della città capoluogo. Difficile individuare il momento più bello, anche se Piazza del Carmine la sera delle elezioni resta probabilmente indimenticabile. «Una delle cose più belle è essere fermato per strade,da cittadini che non conosci, che ti chiedono consigli o ti incoraggiano ». Da quando si è insediato a palazzo Bacaredda, Zedda ha scelto un profilo basso, fatto di pochi annunci e nessuna polemica. Nemmeno con l’amministrazione precedente. «Le cose chenonandavano bene in città le ho sempre denunciate, dai banchi dell’opposizione in consiglio comunale e in campagna elettorale.Orasi è aperta unafase diversa, bisogna guardare al futuro piuttosto che al passato. Certo, stiamo governando in una situazione anche nazionale difficilissima e dobbiamo gestire un Comune che, per dirne una, haun mutuo da40 milioni di euro.Malacampagna elettorale è finita e il messaggio credo sia già passato, se il 60 per cento dei cagliaritani ha scelto di cambiare». Un cambiamento che ha riguardato anche la vita privata ovviamente, rivoluzionata dal 30 maggio in poi. «Semplicemente non ho più una vita privata.Masapevo che sarebbe successo, scegliendo di iniziare questa avventura». Ancheper il futurononfa promesse, se non quella d’impegno e trasparenza nel funzionamento dellamacchina amministrativa. Forse ciò di cui va più fiero di questi primi mesi, durante i quali è riuscito a risparmiare 22 milioni di euro (come spieghiamo nell’articolo affianco): «E altri 9 li taglieremo a breve. Non mi piacciono gli annunci sulle cose che saranno fatte, preferisco discutere di quelle che stiamo facendo. Lo dicevo anche in campagna elettorale, non dobbiamo raccontare frottole perché poi saremo chiamati a governare». La calma di Massimo Zedda sembra resistere anche alla improvvisa ribalta nazionale che gli si è spalancata dopo la vittoria, facendone un simbolo della primavera politica italiana insieme a Giuliano Pisapia e Luigi De Magistris. Qualcuno lo vorrebbe addirittura ministro o candidato alle prossime regionali. Sicuramente è diventato un protagonista di una nuova stagione del centrosinistra, non solo di quello sardo.Un centrosinistra che i propri elettori vorrebbero diverso ed alternativo al centrodestra, specie nel campo dell’etica pubblica. Ma questa diversità esiste? «Io credo di sì, specie nei comportamenti pubblici. Certo non penso ad una diversità antropologica e nemmeno che l’onestà sia tutta da una parte. Però nel modo di reagire ai casi che riguardano la politica e la giustizia credo ci sia una grande differenza tra il centrosinistra e il centrodestra. Penso che anche la vicenda di Graziano Milia lo dimostri». Amministrare porta con sé anche questi rischi, preoccupato?. «No, è ovvio che firmiamo ogni giorno decine di atti e qualcuno potrebbe essere contestato o contestabile. Ma non vivo questa preoccupazione. Comesi dice “fai quel che devi accada ciò che può”».