di Flavio Soriga
IL GIOVANE DI LUNGO CORSO CHE VINCE
Ha fatto piazza pulita in un lampo, la vicenda dell’elezione del sindaco di Cagliari, di tanti lunghi estenuanti dibattiti sui giovani sì, i giovani no. I giovani in politica ci sono, alcuni sono bravi e altri meno, alcuni sono meglio dei vecchi e altri sono decisamente peggio, e in fondo caratterizzarli in quanto giovani non ha molto senso, se non per ricordare una regola: se una classe politica si rinnova con dei giovani mediocri, è probabile che il Paese non farà molti passi avanti, mase non si rinnova affatto, è certo che non ne farà alcuno. I giovani comunque ci sono, e certe voltesannoprendersi i propri spazi, come è successo alle scorse elezioni per il Sindaco di Cagliari, senza aspettare che i tempie imodidella propria ascesa siano decisi dalle segreterie o da chi ha in mano le redini di partiti e coalizioni. Massimo Zedda ha messo in campo alcune grandi qualità, che in tempo di antipolitica sono balsamo per la buona politica: tra queste l’essere pronto ad ascoltare senza tergiversare troppo, e il saper fare gruppo. Zedda è giovane, ma di lungo corso: fa politica da quand’era ragazzino, e la fa con grande capacità, nel senso che è sempre stato pronto ad andare in giro a convincere il prossimo delle sue idee e dei suoi programmi, a farsi carico di aspettative e richieste, a chiedere voti. La politica è anche questo, avere il gusto della sfida elettorale, che vuole dire contare quantepersoneti seguono. I buoni programmi, giusti e innovativi,nonsipossono realizzare se alle spallenonc’è consenso, e Zedda è stato capace, soprattutto nella sfida contro il candidato di centrodestra, di fare squadra e trovare consenso. Hariunito intorno a sé un gruppo molto variegato, artisti e professori, esperti comunicatori e tanti ragazzi normali: un team molto postmoderno, molto “americano”, molto “obamiano”. Esponente di un partito solitamente abbastanza rigido nelle posizioni, è riuscito a farsi percepire, anche tra molti elettori dello schieramento avverso, come un affidabile giovane moderato, lontano dalla caricatura del barricadero quale a destra si pensa debba essere un militante di Sel. Zedda è decisamente di sinistra, ma si veste, vive e parla come un cagliaritano medio, nella migliore accezione possibile. Untrentenne della porta accanto, che ha avuto il coraggio, non banale e assolutamente non comunenelpanoramapolitico italiano, di sfidare un grande big del suo schieramento, e poi un esponente (ritenuto da molti praticamante invincibile) di una delle più importanti famiglie cagliaritane, che secondo la tradizione avrebbero una sorta di “diritto naturale” al governo del capoluogo. Nonè così, e se oggi lo sappiamocon certezza, e seda questo il centrosinistra potrà partire per ognifutura sfida elettorale, ilmerito è dei moltissimi che si sono buttati nella sfida impossibile di Zedda, e della sana incoscienza di questo giovane chehapreferito non perdere troppo tempo nel dibattito sui giovani in politica, per farla, piuttosto, la politica, vincendo una sfida enorme. Omeglio, conquistandosi il dirittoagiocarne un’altra,che è ancora più grande e fa davvero paura: quella di cambiare finalmente Cagliari, rendendola più accogliente e solidale. Ha ancora bisognodi moltissimi auguri, il coraggioso giovane Zedda, per il 2012 che arriva e per i futuri anni alla guida della città. Flavio Soriga