Intervista a Pippo Civati: «Massimo coraggioso e con le idee chiare»
CAGLIARI. «Massimo Zedda è uno dei rappresentanti migliori della generazione politica cui guardare per i prossimi anni. Mi ritrovo completamente nella vostra scelta». Pippo Civati è uno degli esponenti più «movimentisti» del Partito democratico e un osservatore attento della scena politica italiana.Alui abbiamochiesto di essere il giudice della scelta di Sardegna24 di Massimo Zedda come personaggio politico dell’anno. Civati, che impressione le ha fatto dal di fuori lacampagnaelettorale e la vittoria di Zedda? «Sono rimasto molto impressionato dall’entusiasmo che è riuscito a suscitare. Ricordo quella sua frase sui giovani che avevano convinto gli anziani a votare. Credo che, per gli standard italiani, si tratti di un processo rivoluzionario. Un vero ribaltamento del quadro politico». L’ha stupita il fatto che abbia vinto un candidato così radicato a sinistra, in una città come Cagliari che aveva sempre premiato il centrodestra? «Ma io non sono solito valutare la bontà di un candidato dalla sua gradazione a sinistra, come fosse un vino più omenoalcolico.Miha colpito che venisse considerata una battaglia già persa e che lui abbia avuto comunque il coraggio di affrontarla. Sicuramente è stato un fattore importante sia la freschezza di Zedda che la sua radicalità in alcune posizioni». Quali sono gli elementi che convincono un elettorato complicato come quello di sinistra a convergere compatto su un candidato? «Questa è la vera formula magica, che nessuno ha ancora scoperto. Spesso i dirigenti del centrosinistra si impegnano in piani geniali, che finisconocomequelli di Willy il coyote, dove nella trappola ci finiamo noi. Bisognerebbe riuscire a ripetere l’esperienza di Zedda in tutto il Paese. Ma non è facile». Unachiave è probabilmente il rinnovamento. Nonsoloa parole, ma anche nei fatti. «Non c’è solo una esigenza anagrafica. Non sono convinto della battaglia giovani contro vecchi. Dietro ci deve essere sempre un progetto». Nelle città più rappresentative hanno vinto candidati non del Pd, che hanno ricevuto l’appoggio pieno degli elettori democratici. Il contrario non accade spesso. Sono gli altri a non capirvi? «Sicuramente il Partito democratico è campionemondiale di senso di responsabilità. Maio credo, fondamentalmente, che i nostri elettori vadano oltre le divisioni partitiche e scelgano chi li rappresenta meglio. Spesso ci riescono prima di noi». Zeddaa Cagliari, cosìcomePisapia aMilanohannosuscitato grandi entusiasmi. Ora arriva il difficile? «Il tema vero è coniugare partecipazione e condivisione. Orabisogna dimostrarsi all’altezza delle aspettative. Non èun compito semplice, visto anche il periodo. L’augurio è quello di avere anche un po’ di fortuna». Pensache perMassimoZeddaci sarà presto una platea nazionale, come qualcuno già sussurra? «Io credo che sia sempre sbagliato candidarsi ad una cosa, per volerne fare un’altra. E non penso proprio sia il caso di Zedda. Io gli consiglio di consolidare la propria esperienza e poi candidarsi ad altro, quando ci sarà l’occasione». Lo vede ministro come il suo amico Renzi? «Io penso che ci vorrebbero tantiMassimo Zedda nelle nostre realtà locali. L’Italia è unPaese fermo, ricco di talenti che hanno bisogno di occasioni per emergere. C’è una intera generazione che dovrebbe andare alla guida dell’Italia ». (alberto urgu)