Ieri mattina il consiglio ha preso atto all’unanimità della decadenza del presidente, al quale subentra la vice Quaquero
di PABLO SOLE p.sole@sardegna24.net
CAGLIARI.Èarrivato a palazzo Viceregio intorno alle 10.30, ha salutato gli ormai ex colleghi di giunta e poi, ancor prima che iniziasse la seduta di consiglio, è andato via. Finisce così l’avventura di Graziano Milia alla guida della Provincia di Cagliari: decaduto dall’incarico dopo che la Cassazione ha ritenuto inammissibile il ricorso presentato dall’esponente del Pd contro la condanna per abuso d’ufficio, rimediata in Appello, nel processo sulle “licenze facili” rilasciate quando Milia era sindaco di Quartu, nel 1999. Nessun discorso di commiato, dunque, così come si ipotizzava solo pochi giorni fa. D’altronde, con la decadenza dall’incarico, l’ex presidente sarebbe intervenuto in qualità di semplice cittadino, con una forzatura delle prassi istituzionali che avrebbe potuto imbarazzare il Consiglio. Alla fine, Milia ha preferito lasciare palazzo Viceregio senza tanti clamori poco prima che l’assemblea votasse all’unanimità la presa d’atto della decadenza.Durante il dibattito tutti i gruppi politici e il presidente del Consiglio, Roberto Pili,hanno espresso «solidarietà umana a Milia». Che potrebbe però tentare il classico colpo di coda. L’eventuale ricorso. Pare che l’ex presidente sia in costante contatto con i suoi legali, impegnati a scovare una eventuale via di fuga magari presentando un ricorso contro il pronunciamentodella Cassazione. «Si tratta di ipotesi remote, che peraltro non influirebbero sulla sentenza - afferma il costituzionalistaAndrea Deffenu -. Lepossibilità sono due: la richiesta di revisione del processo e il ricorso alla Corte europea per i diritti dell’uomo. Il primo caso è attuabile quando emergono nuove prove che prima non erano conosciute o conoscibili, e nel caso specifico di Milia non mi pare sussista questa possibilità. Il ricorso alla Corte di Strasburgo invece può essere giustificato ad esempiocon la durata irragionevole del processo, e anche questo non mi pare il caso. Peraltro - ribadisce Deffenu - si tratta di percorsi che non sospendono l’esecutività della sentenza». Insomma, che Milia torni in sella è ipotesi pressoché impossibile. Inizia l’era Quaquero. Leredini della Provincia sono così passate nellemanidella vicepresidente e assessore alle Politiche sociali Angela Quaquero. «Abbiamo scritto insieme un programma con il quale il presidente ha vinto le elezioni - ha ricordato la neo presidente - e andremoavanti basandoci su quello. La situazione del territorio è difficilissima, la povertà aumenta e c’è poca chiarezza sul futuro stesso delle province. Non sappiamo fino a quando saremo in piedi, ma fino all’ultimo continueremo ad essere interlocutori per cittadini, comuni, associazioni ». Di certo la consiliatura durerà fino a nuove elezioni, che dovranno tenersi alla prima data utile. È probabile, su questo versante, che il rinnovo del Consiglio avverrà a metà maggio. I dubbi sul futuro della Provincia. Rimanepoi dacapire come saranno eletti i nuovi consiglieri, viste le disposizioni contenute nella manovra del governo Monti, che prevedono l’elezione diunmassimodi dieci consiglieri, indicati dai Comuni, che a loro volta eleggeranno il presidente della Provincia. Ma per essere applicate, le nuove norme devono essere recepite dalla Regione entro luglio: in caso contrario, tra cinque mesi si andrebbe al voto secondo il sistema adottato finora.