Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Pubblico impiego, solo concorsi

Fonte: La Nuova Sardegna
18 settembre 2008

GIOVEDÌ, 18 SETTEMBRE 2008

Pagina 13 - Attualità



Brunetta cancellerà le norme di Prodi per stabilizzare i precari



«Vado avanti anche se i sindacati si mettono di traverso» Angeletti (Uil): così andiamo alla rottura



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ROMA. Addio sogno di assunzione definitiva per i precari della Pubblica Amministrazione dove d’ora in poi «si entrerà solo per concorso». Ad annunciarlo è il ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta deciso ad andare avanti nella sua riforma.
E questo «anche se il sindacato si mette di traverso». Brunetta annuncia di voler rivedere le norme del governo Prodi volte a stabilizzare i lavoratori a termine nel pubblico impiego. Insomma «chi ha un contratto a termine alla scadenza del proprio lavoro non potrà accampare diritti». Dovrà andare a casa. Il messaggio del ministro Brunetta è chiaro: «Basta con i precari, basta tenere appese le persone per precariato - dice in un’intervista radiofonica - Chi ha creato precari e ha dato loro illusioni, tutti i governi precedenti, deve farsi una ragione che non sia più possibile andare avanti così». D’ora in poi quindi nel pubblico impiego «si entrerà per concorso e quando si vince un concorso ci deve essere il posto di lavoro» perché «non è possibile che come nella scuola la stragrande maggioranza dei docenti non ha mai fatto un concorso, è inaccettabile perché poi la qualità scadente si vede». E per chi attualmente è precario nella pubblica amministrazione? «Stiamo predisponendo - spiega il ministro - una nuova norma che rivede le norme del governo Prodi che senza copertura finanziaria aveva ipotizzato un “todos caballeros” per tutte le centinaia di migliaia di precari». Il che significa che dovranno dimenticarsi l’assunzione definitiva: «Io sto parlando di quelli titolari di contratti atipici - aggiunge - non dei vincitori di concorso che devono avere il loro posto quando il posto si rende disponibile. Altra cosa è chi era stato assunto nella pubblica amministrazione con contratti a termine: per definizione sono a termine e non possono accampare diritti che non hanno».
Il ministro conferma poi che la sua riforma della pubblica amministrazione andrà avanti anche senza il sindacato. «Mi dispiace che il sindacato non stia dalla mia parte in maniera piena - dice riferendosi in particolare all’intenzione di voler premiare i più bravi - Se si mette di traverso con il tutto a tutti andrò avanti da solo». Infine si dice convinto che «l’assenteismo finirà entro l’anno» e a quel punto «facciamo un buon contratto, premiamo quelli bravi, facciamo trasparenza, diamo voce ai cittadini, ridiamo status ai dipendenti pubblici».
Immediate le reazioni di Pd e sindacati. «L’ultima sortita del ministro chiude il cerchio - dice Cesare Damiano, viceministro ombra del Lavoro - l’attacco al lavoro e alla sua stabilità del governo si completa con l’annuncio della cancellazione della norma voluta dal governo Prodi per la stabilizzazione dei precari nella Pubblica amministrazione. Norma che aveva raccolto il profondo disagio sociale, soprattutto dei giovani, causato dal protrarsi di una condizione di lavoro instabile, senza futuro, che in molti casi durava per anni».
E Luigi Angeletti (Uil) avverte: «Se il governo intende risanare perseverando nel taglio degli incentivi noi non ci stiamo, andremo allo scontro». (m.v.)