Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Poveri, serve il conto»

Fonte: L'Unione Sarda
21 dicembre 2011

Effetto Monti: il Comune non può più versare gli aiuti in contanti

Protesta in Municipio per il sussidio bloccato

Tredici famiglie passeranno un Natale poco felice. Indigenza, salute cagionevole e adesso anche gli assegni di sussistenza che non arrivano. È così da tre mesi: 13 famiglie che vivono ben al di sotto della soglia di povertà anche a dicembre non riceveranno i 300 euro del Comune promessi dagli assistenti sociali. Motivo? Secondo le nuove normative stabilite dalla manovra finanziaria del governo Monti gli interessati per ricevere il denaro sarebbero obbligati ad aprire un conto corrente bancario: «Ma la manovra è di questi giorni», tuona Alessandra Atzori, ragazza madre che vive con i due figli (uno di 9 e uno di 2 anni e mezzo) a Pirri e sbarca il lunario facendo le pulizie in diverse case, «mentre io non vedo soldi da quasi cento giorni. Perché dovremo aprire un conto che ci costerebbe tanto per ricevere poche centinaia di euro?».
LA PROTESTA Sono rappresentati tutti i quartieri più poveri di Cagliari: Cep, San Michele, Is Mirrionis e Sant'Elia. Situazioni al limite della disperazione che hanno portato una trentina di persone, soprattutto donne con figli al seguito, a protestare ieri mattina sotto i portici del Municipio: «Avremmo voluto essere ricevute dal sindaco», dichiara Manuela, 30 anni, e una vita in uno scantinato con tre figli, uno dei quali diabetico, e un marito a cui manca un braccio: «È invece è arrivato il suo delegato Mario Orrù che addirittura ci ha detto di non sapere nulla della nostra condizione ma che ci farà sapere nei prossimi giorni».
I NUOVI POVERI «Me lo auguro», dice trattenendo a stendo le lacrime Ivana Piras, una figlia a carico, deve fare i conti con la sclerosi multipla (le è stata bloccata anche la pensione di invalidità): «Natale? A mia figlia ieri ho dato da mangiare solo un po' di latte. Spiegatemi come sia possibile andare avanti così». C'è anche la signora anziana che vive in un sottano dove lotta contro le blatte. Per lei quei 300 euro significano moltissimo. «Per noi non si muove nessuno», dice senza sorridere, «ci hanno assicurato almeno l'ultimo sussidio mensile, ma avere gli arretrati sarà un'impresa. Ritorneremo in via Roma sino a quando non ci daranno i soldi che ci servono per mangiare».
IL COMUNE Susanna Orrù, assessore comunale alle Politiche sociali, prova a rassicurare: «Servono i tempi tecnici», afferma, «non so e non posso quantificare ma faremo il possibile perché queste famiglie ricevano al più presto i sussidi. Per erogazioni sopra i 500 euro la manovra ci obbliga a riformulare le modalità».
Ma i giorni passano e chi ha fame non ama certo le lungaggini burocratiche.
Federico Fonnesu