In primavera mostra sull’archeologia e il mare con oggetti mai esposti
CAGLIARI. L’archeologia e il mare: mostra in due tempi, due argomenti diversi e due differenti città ma con l’organizzazione unica nata al tavolo di concertazione tra soprintendenza di Cagliari e Oristano e il Comune di Cagliari. Il doppio evento sarà importante per la forza evocatica dei reperti esposti, ma anche per il gruppo degli organizzatori inedito per l’approccio scelto, quello «di sistema», che altro non è che pensare le cose assieme, decidere a un tavolo unico come e quando farle, risolvere uniti i problemi che insorgono, promuovere l’evento con lo stesso impegno e la stessa ricerca della qualità. Le due mostre, che si comincerà a preparare tra gennaio e febbraio, saranno aperte in primavera, dureranno l’intera stagione, una a Oristano, l’altra a Cagliari. La prima sarà la riedizione sarda dell’esposizione di navicelle votive del periodo nuragico già fatta con gran successo a Vetulana, la seconda sarà la presentazione soprattutto di pezzi mai esposti provenienti in particolare dallo stagno di Santa Gilla e dal porto di Cagliari con qualche pezzo interessante ripescato anche a Sant’Elia e la pregiatissima testa negroide forse parte di una statua che raffigurava un satiro, di sicura epoca ellenistica, scoperta nelle acque dello stagno di Santa Giusta a cavallo tra il 2009 e il 2010. Un fortunato ritrovamento che conferma l’elevato valore artistico dei reperti di terracotta e quindi porta elementi ai sostenitori di un’idea di Sardegna terra di grandi scambi in tutte le epoche dell’antichità. La mostra di archeologia subacquea nasce per raccontare la ricchezza dei traffici nell’«areale cagliaritano». Le teste romane di terracotta trovate nello stagno di Santa Gilla alla fine dell’Ottocento, subito studiate e fotografate ma mai interamente esposte in pubblico, i reperti emersi anche di recente dal porto di Cagliari nell’occasione degli scavi subacquei condotti per due anni al molo Ichnusa nell’ipotesi forse ora tramontata che quel fondale dovesse essere dragato, anche questi ancora non presentati al grande pubblico, renderanno ricca la mostra da allestire al museo archeologico con la collaborazione del Comune, prima di tutto. L’esposizione sarà una sorta di inaugurazione di un nuovo modo di lavorare che non si fermerà a questo pur importante evento. Lo scopo del tavolo di concertazione per l’accoglienza turistica e le manifestazioni culturali è quello di creare un sistema permanente di organizzazione: «La mostra dedicata all’archeologia subacquea - spiega il soprintendente Marco Minoja - è interessante sul piano organizzativo perché si realizza sul piano operativo quella logica di sistema per esposizioni non legate a un unico ente ma seguite da una promozione fatta in comune, che ha come scopo, tra gli altri, quello di costruire un circuito di visite culturali in un sistema integrato di fruizione».
Dunque la mostra sull’archeologia e il mare è momento di rodaggio e poi di prova generale di un modo nuovo di affrontare un vecchio problema di Cagliari: lo scollegamento clamoroso e costante fra i vari edifici da visitare, tra una mostra e l’altra, sia per gli orari incompatibili, sia per i giorni di chiusura mal gestiti, sia per l’incongruità di un sistema tariffario variegato, costoso, irrazionale. Di più: i gestori di un evento non conoscono gli altri in corso nella città nello stesso momento, cosiccome il personale di un museo o di un edificio (è emerso in varie ricerche di settore) quasi sempre non è in grado di indirizzare i visitatori verso altri spazi cittadini. Non esiste insomma quell’unitarietà di proposta culturale che invece moltiplica le forze di altre città turistiche, europee e italiane. Necessario resta il biglietto unico: non importa quando costa in cifra assoluta, importa quanto può essere utilizzato in tutte le tappe dei tour. E’ la strada che porta verso un prodotto turistico quasi ancora inesistente: la cosiddetta destinazione Cagliari, quella che può rendere il capoluogo immediatamente riconoscibile come tappa di soggiorno e non soltanto di mero passaggio.
(a.s)