Legambiente: «La Regione batta un colpo». Servono 90 milioni in tre anni
Progetto di legge, raccolte già cinquemila firme
Cinquemila firme raccolte in meno di un mese. Sta andando oltre le più rosee aspettative la raccolta di sottoscrizioni promossa da Legambiente per l'istituzione del parco paesaggistico-archeologico di Tuvixeddu-Tuvumannu, per il quale l'associazione ecologista ha presentato un progetto di legge composto da 34 articoli, per una spesa economica di 90 milioni di euro in tre anni.
«Vorremmo che già in questa finanziaria la Regione desse un segnale - dice il presidente regionale di Legambiente, Vincenzo Tiana - il parco dovrebbe essere affidato al Comune e alla Provincia, e il fatto che in meno di 30 giorni siamo riusciti a raccogliere tante firme a favore del progetto significa che la gente è molto sensibile a questo argomento». Il problema , fa sapere l'ambientalista, è che il 30 % delle persone a cui veniva proposto di sottoscrivere la petizione non conosceva l'argomento: «Quella del colle è una questione che dura da troppo tempo - prosegue Tiana - ma molti non conoscono l'argomento e si sono stancati di tutte le vicende giudiziarie che stanno attorno a questa storia. La giustizia farà il suo corso, ma noi chiediamo prima di tutto alla politica di fare un passo in avanti, soprattutto considerando che chi era a conoscenza dell'argomento non ci ha pensato due volte per mettere la sua firma al nostro progetto».
Fra le persone che hanno sottoscritto la petizione alcuni “vip”: l'archeologo Giovanni Lilliu, il presidente della Provincia Graziano Milia, lo scultore sardo Pinuccio Sciola e i rappresentanti di importanti associazioni ecologiste come Wwf e Green Peace. La petizione verrà anche consegnata nei prossimi giorni a tutti i consiglieri regionali di entrambi gli schieramenti. Di tutte le firme raccolte il 10 %, fanno sapere i promotori della petizione, provengono dal continente, mentre il 90 % da sardi. «Non ci vogliamo rassegnare a far sì che questa rimanga solo una vicenda giudiziaria - afferma Roberto Della Seta, senatore del Pd, che si sta occupando della questione - la creazione del parco è un'esigenza che ha a che fare col futuro e lo sviluppo della città. L'obiettivo è quello di coinvolgere istituzioni anche a livello nazionale. Prima abbiamo fallito in questo tentativo, ora col nuovo governo ci sono maggiori possibilità». Poi prosegue: «Non è una battaglia che riguarda solo gli ambientalisti, ma tutti i cittadini. Vogliamo salvare Tuvixeddu dal degrado». Il progetto di legge è condiviso anche da Amalia Schirru, deputata del Pd: «Questo progetto è necessario per chiudere una vertenza che ormai dura da parecchi anni e che danneggia non poco la città».
Del parco si parlerà anche a Roma il prossimo 11 gennaio quando i rappresentanti di Legambiente incontreranno il sottosegretario all'Ambiente, Roberto Cecchi.
Piercarlo Cicero
Tribunale
«Nelle tombe
ammassarono
materiale
di ogni tipo»
«A marzo 2008 entrai nel cantiere del palazzo che la ditta Cocco stava costruendo a ridosso della necropoli e trovai una situazione molto grave, con materiale edile ammassato nelle tombe, sporcizia e degrado in tutta l'area». Con la testimonianza dell'allora Direttore regionale ai beni culturali Elio Garzillo è ripreso ieri in Tribunale a Cagliari il processo sui presunti abusi commessi a Tuvixeddu. Al centro dell'indagine condotta dal pm Daniele Caria ci sono la realizzazione delle fioriere all'interno del parco archeologico, ma anche i presunti illeciti legati al voto della Commissione paesaggio col quale fu respinta l'estensione del vincolo, nonché l'autorizzazione a costruire un palazzo in via Sant'Avendrace che avrebbe influito negativamente sulla luce e il decoro dell'area archeologica. Sul banco degli imputati l'ex sovrintendente dei Beni archeologici Vincenzo Santoni, l'archeologa Donatella Salvi, il costruttore Raimondo Cocco, il direttore dei lavori Fabio Angius, il dirigente comunale Paolo Zoccheddu e il funzionario Giancarlo Manis. Il processo riprende il 16 aprile.