Fino a gennaio con gli artisti chiamati da Wanda Nazzari
Passi di danza sulle musiche di Mussorgskj nella coreografia di Luigia Frattaroli. Lievi e sincrone, le ballerine si sono mosse davanti a uno sfondo d'eccezione, le carte scolpite di Wanda Nazzari. Un'autentica scenografia fatta di fogli bianchi -finissimamente incisi e intrisi di una luce che nasce dalle fibre lacerate che evocano Petra e la sua natura rupestre. È incentrata sulla teatralità nell'arte visiva, la XII edizione di Stanze, rassegna multimediale curata quest'anno da Mariolina Cosseddu. Nella Sala delle Volte dell'Exmà, che ha ritrovato nel nitido allestimento di Efisio Carbone e Francesca Pitzalis molta della sua bellezza, le opere degli altri artisti chiamati a riempire quella che a Virginia Woolf piaceva chiamare «una stanza tutta per sé». “Quinte mobili”, organizzato dal Centro Culturale Man Ray in collaborazione con Camù e assessorato alla Cultura del Comune di Cagliari, è un evento collettivo che si fraziona in tante piccole personali.
Il suo spazio, Raffaello Ugo l'ha riempito con una prodigiosa macchina poetica che segna il tempo attraverso lo stillare di minuscole goccioline d'acqua. Gli scatti di Fabiola Ledda scelgono come soggetto un corpo senza vita ma non senza coscienza: quasi un'antitesi alla vorticosa vitalità di un altro corpo femminile ritratto nelle immagini di Stefano Grassi. Igino Panzino traccia ad acquerello le maschere della Commedia dell'Arte e vi accosta le cromie decise dei suoi sempre abili e architettonici tagli sul cartoncino. Incisioni e una citazione dei versi di Sergio Atzeni nei lavori di Gianni Atzeni, artista che per pura coincidenza ha lo stesso cognome dello scrittore e utilizza in questo caso le parole come fossero un mezzo calcografico.
È ben noto che il tema non vincola gli artisti. Che infatti attingono, in ogni situazione , alla loro poetica individuale. E dunque hanno elaborato in modi differenti l'imput creativo sotteso al titolo “Quinte mobili”, definizione che ammette qualsiasi cosa tranne la fissità. Pastorello materializza su supporti fotografici paesaggi geometrici narranti un mondo di monadi o pianeti erranti. Gianfranco Setzu risponde con le faccine colorate di un ironico Drop Project. Giusto, in questa fertile libertà espressiva, appare l'omaggio di Stefano Grassi a Gaetano Brundu. Il pittore è ripreso in un video che lo vede passeggiare per Cagliari laddove è bagnata dal mare e fermarsi a disegnare sulla sabbia e nel cielo i suoi celebri baffi da leone. Teatro vero, ossia recitazione di un brano dell'“Enrico V”, nella performance in cui Stefano Raccis ha avuto come compagno di scena un giovanissimo (ha dieci anni) Riccardo Saiu: a piedi nudi col frac. Nei giorni prossimi (la mostra chiude l'8 gennaio ) non ci saranno attori e danzatrici tra le chiare “Stanze” dell'Exmà. Sarà il silenzio ad accogliere chi vorrà percorrere il periplo delle isole d'autore.
Ideata da Wanda Nazzari, la rassegna è nata nel 1999 nella vecchia sede del Man Ray, nel seminterrato di un palazzo nobiliare in via Lamarmora. Grossi muri, gradini traditori, sghembi archi a separare gli ambienti. Là era possibile coprire i pavimenti con distese di terra e di sale o con zolle di erba, far calare dal soffitto oggetti volanti, allineare composizioni di vetri spaccati. Era il tempo delle installazioni e delle invasioni della materia. Cambiato il contesto, le “Stanze” ospitate nelle aree museali pubbliche continuano a costituire un appuntamento assai atteso.
Alessandra Menesini