Via Sardegna
Il primo è stato trovato dagli archeologi nella navata di destra. L'altro, su cassa lignea, nella zona del vecchio altare. Due scheletri sono stati scoperti ieri dagli archeologi che stanno lavorando al recupero dei resti della chiesa di Santa Lucia, in via Sardegna, nel cuore di Marina. Entrambi databili tra il Seicento e il Settecento, i resti (uno pare in perfetto stato di conservazione) sono venuti alla luce col lavoro minuzioso degli esperti che hanno rimosso la terra con i pennelli. «Siamo in una fase molto interessante», ha ammesso l'architetto Marco Cadinu, responsabile degli scavi archeologici. «Stiamo indagando sulle chiesette laterali, scavando sul pavimento nella zona dell'altare. Abbiamo rinvenuto una sepoltura integra, ma ne sapremo di più solo nelle prossime ore, a recupero ultimato». Terminato il lavoro al primo scheletro, già oggi potrebbe iniziare quello al secondo che si trova nei pressi della cappella intitolata a Santa Lucia. Commissionati dalla parrocchia di Sant'Eulalia e cofianziati dalla fondazione “Banco di Sardegna”, gli interventi degli archeologi e dei tecnici dovranno riportare alla luce i sette pavimenti, coincidenti alle varie epoche di vita della chiesetta di Marina.
«Questi scheletri» ha chiarito il responsabile, davanti agli occhi di decine di cagliaritani incuriositi davanti all'opera di riesumazione, «potrebbero risalire al Sei-Settecento, ma solo nei prossimi giorni potremmo essere più precisi. In ogni caso, sappiamo dai documenti che era stata autorizzata la sepoltura all'interno dell'area sacra». Il giallo archeologico, a cui gli esperti stanno lavorando, punta a capire se uno degli scheletri ritrovati possa essere quello di un ricco commerciante del Settecento, di cui pare ci sia traccia negli archivi. «La chiesa che vediamo oggi», ha concluso Cadinu, «è quella dei primi del Cinquecento, ma è stata costruita sopra un'altra che già esisteva e che conosciamo dai documenti già nel XII secolo». E ormai da giorni, attorno agli scavi non si percepisce solo lo sguardo vigile della Soprintendenza, ma anche quello di tanti abitanti di Marina sempre più incuriositi dalle riesumazioni. (fr. pi.)