MERCOLEDÌ, 17 SETTEMBRE 2008
Pagina 48 - Inserto Estate
Al Comunale una serata di gala, ieri, per inaugurare il Prix Italia
Il trombettista regala emozioni e swing in alcuni blues di Duke Ellington
WALTER PORCEDDA
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CAGLIARI. «La Sardegna? Bella e selvaggia. Come il jazz». Paolo Fresu va dritto al cuore. Poche ma efficaci parole per raccontare la propria terra. E la sua musica. Riversata stavolta in dosi parsimoniose ma come sempre di grande fascino, ieri, nella serata inaugurale del Prix Italia al Comunale, teatro di un concerto per certi versi eccezionale. Prima volta assoluta infatti per il trombettista sardo, camicia color rubino, giacca blu su jeans grigi schierato accanto ai cento serissimi maestri dell’Orchestra sinfonica della Rai diretti in modo preciso dall’ottimo Wayne Marshall.
Classica in punta di jazz. In scaletta infatti un repertorio scelto ad hoc per la serata, dedicata prevalentemente alla musica americana del Novecento, comprendente musiche di Bernstein, Ellington e Gershwin. Tre grandi compositori che, per lirismo e inventiva più di molti altri hanno regalato all’America pagine emozionanti. Programma perfetto anche per il direttore, Wayne Marshall, un autentico cultore e interprete di quel periodo.
Ecco così in una marcia di avvicinamento al jazz - vero clou dello show presentato dal vivo da Giovanna Milella e che sarà proposto registrato per «Palcoscenico» su Raidue, venerdì prossimo in seconda serata - un’apertura con motivi di grande eco cinematografico, firmati da George Gershwin. Sono: «Girl Crazy» (l’ouverture) e una suite di musiche per il documentario «The Gershwins in Hollywood» con l’arrangiamento di Robert Russel. Il primo brano, assai famoso, è tratto dall’omonimo musical del 1930 dal quale vennero tratte ben due sceneggiature cinematografiche (una delle quali interpretate da Judy Garland). Il secondo invece è un vero e proprio omaggio al compositore con il rosario di motivi da «A Foggy day» a «A Damsel in Distress».
Brani che riportano a un periodo e a un immaginario in bianco e nero dove la grande nazione americana era la culla del luccicante varietà musicale di Broadway e dei giganteschi Studios cinematografici di Hollywood. E, soprattutto, terra del grande jazz. Una musica che lo stesso Fresu definirà «spugnosa» nella breve intervista di Milella (a turno la conduttrice darà poi il microfono anche al governatore Renato Soru che segnalerà l’imminente passaggio della nostra Regione e della Valle d’Aosta al digitale tv come momento di sperimentazione nazionale, al sindaco Emilio Floris e ai ringraziamenti del presidente Rai Claudio Petruccioli). «Spugnosa», come dice il musicista sardo, proprio per quella capacità di assorbire le musiche e i generi per restituirle poi in un suono unico e originale. Come farà proprio Fresu con il suo flicorno, nei momenti più alti della serata, durante l’incontro con la grande orchestra nei brani del Duca Ellington, «Prelude to a Kiss» e «Mood Indigo». Soprattutto in questo ultimo blues dove il flicorno di Fresu tocca vette alte di melodico swing. Dal canto suo l’orchestra disegna il suo più bell’arazzo in quella straordinaria pagina dedicata al genio di Voltaire scritta da Leonard Bernstein nell’operetta «Candide» della quale il largo ensemble della Rai ha proposto una toccante e ben eseguita «Ouverture». L’Allegro tratto dal «Concerto in fa», ancora di Gershwin, con Marshall nelle vesti di direttore e solista al piano hanno messo il sigillo all’omaggio dell’autore di «Rhapsody in Blue» (risuonante ancora proprio dentro questo «Concerto in fa»), prima dell’ultimo motivo, ancora di Ellignton «It don’t Mean a Thing» con Fresu nuovamente in cattedra a indicare la via dello swing e del jazz. Grandi applausi e fuori programma, il bis breve e delicato «I love you Porgy».