TUVIXEDDU
Le sentenze su Tuvixeddu non finiscono mai. Il colle di Cagliari non ospita solo le tombe puniche, racchiude al suo interno un’inesauribi - le miniera di atti giudiziari. Il Tar ha stabilito che il Comune deve pagare gli interessi alla famiglia Mulas oltre ai risarcimenti per gli espropri fatti trent ’anni fa per costruire le case popolari di via Castelli. Una questione che poi è stata inserita nell’accordo di programma per i progetti che riguardano tutta l’area di Tuvixeddu e Tuvumannu. Il 9 luglio del 2009 la Corte d’Appello ha imposto al Comune di pagare un risarcimento di quasi 7 milioni di euro ai Mulas, ma secondo gli avvocati non avrebbe pagato tutto il dovuto. Per chiedere il pagamento di oltre 60mila euro di interessi gli avvocati dei Mulas si sono rivolti al Tar. Il Consiglio comunale nel febbraio 2010 aveva dovuto approvare un debito fuori bilancio per eseguire la sentenza della Corte d’Appello. La trafila non è stata semplice visto l’ammontare della cifra e il numero dei ricorrenti: Antonello Maria Mulas, per sé e quale procuratore speciale di Anna Mulas, di Antonio Raimondi, di Leny Colletti, di Emilia Alagna, di Luciana Alagna, di Ettore Guido Alagna, Maria Elisabetta Mulas, per sé e come tutrice della madre Maria Rosaria Di Domizia vedova Mulas, Maria Luisa Mulas, Giuseppina Mulas, Rita Mulas, Enrico Mulas e Maria Mulas. Nel maggio del 2010 è arrivata la determinazione dirigenziale che stanziava più di 7 milioni di euro tra risarcimento e spese accessorie da destinare ai ricorrenti. Ma sono i tempi tra la sentenza e il pagamento che hanno fatto attivare nuovamente gli avvocati dei Mulas. Secondo i legali i tempi tra la sentenza e l’effettivo risarcimento sono stati troppo lunghi e la famiglia Mulas avrebbe dovuto ricevere anche gli interessi. «Il Comune dovrà pagare ai ricorrenti, nella misura loro spettante secondo la ripartizione delle quote già applicata per la somma capitale, gli interessi maturati per tutto il periodo intercorso dalla data di pubblicazione della sentenza al saldo», precisa la sentenza del Tar pubblicata ieri dopo la Camera di consiglio del 7 dicembre.