Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Aria nuova per il Sant’Elia

Fonte: La Nuova Sardegna
19 dicembre 2011

Il Comune rilancia l’idea di un’arena per tutti gli sport



Per la struttura non si parla più di demolizione e si spera anche in un riavvicinamento con il Cagliari di Cellino

ANTONELLO DEIDDA

CAGLIARI. Cellino lo ripete come un mantra: «Porto via il Cagliari». Anche se non dice come e quando. Così il Comune si guarda in giro per sapere cosa ne sarà del Sant’Elia e riprende in mano una serie di progetti per la ristrutturazione dello stadio. D’altra parte il 2013, quando scadrà la convenzione coi rossoblù è vicino.
Se n’è parlato in un convegno organizzato nei giorni scorsi dall’Idv e al quale hanno partecipato il sindaco Zedda e tre assessori. È stata l’occasione per tirare fuori il progetto per il recupero del Sant’Elia proposto a suo tempo dallo studio Ccv degli ingegneri Granara e Migliavacca, che in sostanza prevede un riutilizzo dello stadio non solo per il calcio (il terreno di gioco resterebbe) ma anche per altri sport, visto che non si parla della eliminazione della pista di atletica. Una struttura a metà tra impianto polifunzionale e arena, dove poter svolgere anche concerti e manifestazioni di spettacolo. Una ritrutturazione che verrebbe a costare qualcosa meno di 12 milioni di euro, che potrebbero essere reperiti non solo con il concorso pubblico ma anche attraverso mutui e con l’aiuto dei privati. Alla fine dovrebbe nascere qualcosa di simile all’Olimcico della Sardegna, da sempre il sogno di Gigi Riva, il bomber simbolo del Cagliari e della stagione dello scudetto rossoblù. Niente demolizione tout court come da più parti si teme ma un recupero funzinale che dovrebbe fare ammenda dei decenni in in cui al Sant’Elia non è stato fatto niente sia come manutenzione ordinaria che straodrinaria. È prevista anche una copertura ma soprattutto l’eliminazione delle orribili tribune in tubi Innmcenti. D’altra parte una serie di verifiche e controlli eseguiti anche di recente da un’equipe di tecnici ha rivelato che le strutture portanti, quelle in cemento, non sono per nulla in rovina. A marcire oggi come oggi sono le opere in muratura, mattoni e intonaci, lasciati - quelli sì - colpevolmente senza manutenzioni per fare il modo che il disastro del Sant’Elia arrivasse prima. Ci sarà tempo per sapere di chi è la responsabilità ma intanto è importante che l’amministrazione cittadina abbia intenzione di andare avanti nel piano per salvare il Sant’Elia. Purchè non si perda altro tempo. Cellino o no, Cagliari non può perdere il suo stadio e almeno è stato avviato un percorso che nei prossimi mesi potrebbe portare anche ad un concorso di idee per cercare la soluzine migliore. Giri Riva lo fa capire chiaramente: «Il Sant’Elia era nato per diventato lo stadio di tutti i sardi e d’altra parte anche noi che ci giocavamo lo sapevamo. Il Cagliari era ed è rimasto ospite del Sant’Elia e e non a caso ha sempre pagato un affito. Purtroppo si è perso del tempo e anche l’occasione della ristrutturazione per i Mondiale del Novanta è andata male: è quasi impossibile pensare che uno stadio tra i più giovani d’Italia sia ridotto in un simile stato ma c’è ancora tempo per recuperare». Di fatto il Comune non ha nessuna intenzione di abbamdonare una struttura che potrebbe ancora dare tantissimo alla città e ai cagliaritani. Un polo sposribvo in grazia di Dio con lo sfruttamento degli spazi che si trovano intorno allo stadio e non solo, magari con un’appandice verso il quartiere di Sant’Elia. Un centro per fare sport come a Cagliari manca, senza lasciarsi tentare della sirene di Cellino, destinato a restare impigliato per chissà quanto tempo ancora intorno al progetto di stadio a Elmas. E se fosse il Sant’Elia il famoso piano B per evitare la fuga del Cagliari? Il sindaco Zedda lo ha ripetuto anche di recente: «la porta del Comune è sempre aperta».