Colpite anche le zone sensibili come Poetto e centro storico. La ricetta ecologista: «Situazione grave. Via alle demolizioni»
Ampliamenti senza autorizzazioni e posti auto trasformati in case
Grazie ai condoni incamerati oltre 70 mila euro nel 2011
Oltre trenta casi in due anni. Da Stampace al Poetto, da Barracca Manna a Molentargius. Gli abusi spuntano in tutta la città a macchia di leopardo, alterando il paesaggio. Finestre e tettoie abusive, volumi che crescono senza permesso, nuove costruzioni non autorizzate e studi professionali e posti auto che si trasformano in abitazioni. Non vengono risparmiate nemmeno le aree sensibili come il centro storico e il Poetto. Pochissime le demolizioni, tanti invece i condoni. Il Comune ha incassato nell’anno in corso più di 70 mila euro. La pratica, del resto, è diffusa e pochi la percepiscono realmente come reato. A combattere il fenomeno gli ambientalisti, che in proposito hanno le idee chiare: «Il Comune punti sulla linea dura e le demolizioni coattive, almeno per i casi più gravi ». Nel 2011, per ora, i casi segnalati sono 7. I primi sono a Pirri: un varco, con tettoia e scala, aperto senza la concessione edilizia, in via Toti e un vano di 20 metri quadrati realizzato in un cortile di via delle Lucciole, anche questo senza concessione. Poi Genneruxi. In via dell’Abbazia uno studio professionale è stato trasformato in abitazione civile, in seguito ad una comunicazione dei lavori non idonea. C’è poi un immobile in via Pepe che è cresciuto senza concessione edilizia. Il fabbricato è stato ampliato con più incrementi di volume: 245 mc al primo piano (chiusura della veranda e innalzamento del solaio) e e 348 mc al secondo e al terzo (due nuovi livelli). Ci sono poi le attività commerciali: in viaNuoro è stata ordinata la demolizione della canna fumaria di un ristorante. Irregolarità anche sulla spiaggia: al Lido carte bollate per buttare giù 22 cabine spogliatoio e due recinzioni lunghe 50 metri, realizzate senza concessione edilizia e autorizzazione paesaggistica. Per tutte il Comune ha ordinato la demolizione. Nel 2010 invece le ordinanze di sono state 27, molte di più. Tettoie che spuntano in via Fratelli Bandiera e in via Piave, un frazionamento di un appartamento non autorizzato in viale Trento, irregolarità in una lottizzazione in fase di realizzazione in via dei Falconi, mentre in via Palomba un posto auto è diventato un’abitazione eampliamenti in via Barracca Manna. Casi minori in via Baudi Vesme, via Giotto e via Conte Verde. Colpito anche il centro storico: ampliamenti volumetrici in via Porcile, piazza Yenne, via Ospedale (con demolizioni del solaio e rimozione degli infissi) e una nuova copertura in via Santa Croce, finestre senza autorizzazione in via Lamarmora e demolizione di solaio e tetto e realizzazione di nuovo soppalco in via Giardini. Fuori norma anche insegne commerciali in via Università e in via Santa Margherita e, lontano dal centro storico, ma sempre in area paesaggisticamente sensibile, in viale Calamosca. Nonsempre si arriva alle demolizioni. La procedura può concludersi con il condono e l’oblazione. Nel 2011, grazie ai condoni (chiusura di verande, cortili e terrazze) l’amministrazione ha incamerato poco più di 73 mila euro. «Maquella del condono è una pratica che è meglio limitare ai casi minori», spiega Stefano Deliperi dell’associazione ecologistaGruppodi Intervento giuridico, «mi auguro invece che l’amministrazione adotti una linea più severa, per evitare casi come i 190 fabbricati abusivi a Molentargius. È sufficiente», conclude, «applicare la legge attuale. È provato che dopo le demolizioni il fenomeno rallenta. Nei casi di mancato ripristino dopo l’ordinanza, scatti la demolizione coattiva».
(Ennio Neri)