Dibattito in Consiglio
Discussione, veloce, pochi interventi, appena una formalità: il Consiglio comunale ha dato ieri il via libera definitivo al nuovo «assetto planovolumetrico» del Campus universitario, ma è pronto a battere cassa alla Regione per compensare la donazione del silo di viale La Plaia, che andrà all'Ersu a titolo gratuito.
«Ecco perché serve un nuovo accordo di programma che formalizzi questa cessione», ha detto l'assessore all'Urbanistica Paolo Frau, «ed è in questa sede che chiederemo alla Regione una compensazione del nostro sforzo». Insomma: il Comune chiede una revisione del Piano integrato approvato nel 2003, ma non mette minimamente in discussione né il progetto né il bando del primo lotto che verrà pubblicato entro la fine dell'anno.
L'aula, nella seconda seduta della settimana, ha dedicato però gran parte della discussione alla situazione del quartiere di Sant'Elia. E lo ha fatto approvando la mozione proposta da Marisa Depau (Sel), che durante un lungo e acceso intervento - applaudito da buona parte dell'aula - ha ricordato come «il contratto di quartiere abbia ingannato le persone perché prevedeva solo l'abbattimento delle piastre nei palazzoni. È la dimostrazione che allo Stato non gliene frega nulla di quel quartiere, dove i bambini spacciano in pieno giorno e ci sono persone che non escono più di casa, che hanno tentato il suicidio pur di non vivere più in quel posto. Serve un commissariato e uffici comunali. La cultura non è sufficiente: ci vuole la pancia piena», ha detto, rispondendo implicitamente al sindaco Massimo Zedda. Il primo cittadino pochi minuti prima aveva detto: «Al momento la priorità è che tutti i bambini di Sant'Elia vadano a scuola». Ma Zedda nel proprio intervento ha anche parlato di «necessità di un intervento sociale, che impieghi sociologi e insegnanti». Non solo: il sindaco propone anche di «riprendere in mano il lavoro che fece la commissione di Rem Koolhaas. Ma quel progetto di riqualificazione complessiva al momento è impossibile da portare a termine. I soldi non ci sono più: a fronte dei 300 milioni previsti oggi sono disponibili al massimo tra i 30 e 40 milioni». ( m.r. )