POETTO. Dopo la sentenza del Tar che ha annullato la decisione del Comune
I gestori si rivolgono a Zedda: «Ora dialoghiamo»
Nonostante la mattinata non proprio soleggiata, il caffè della domenica nei chioschi del Poetto è un appuntamento a cui i cagliaritani non vogliono rinunciare. Così ieri c'è stato chi è entrato lo stesso alle Palmette, il chiosco della Prima fermata scampato alle ruspe. Ma il personale ha spiegato: «Ci spiace ma riapriamo martedì». L'unico bar aperto è l'Emerson, fin da sabato: cioè, dal giorno dopo la deposizione della sentenza con cui il Tribunale amministrativo regionale ha sospeso il provvedimento del Comune del 16 novembre scorso che dichiarava conclusa il 31 ottobre la stagione balneare 2011. Una decisione accolta con soddisfazione da clienti e proprietari dei baretti.
LA SENTENZA Il presidente del Tar, Aldo Ravalli ha dato prevalenza, come si legge nel decreto sospensivo, «ad assicurare il prosieguo dell'attività lavorativa, specie in assenza di apprezzabili profili di interesse pubblico alla chiusura dell'esercizio commerciale». Il tribunale ha dunque accolto l'istanza di Alessandro Murgia, gestore dell'Emerson, puntando sulla gravità e sull'urgenza della situazione. Mentre il merito della vicenda verrà discussa in un'udienza collegiale già fissata a gennaio.
I CLIENTI Sentenza commentata con entusiasmo dai titolari dei chioschi e dai frequentatori del Poetto. La notizia ha permesso anche di fare il punto sulle responsabilità di chi ha scatenato una battaglia legale sul litorale. A Gaetano Guttuso e alla sua compagna hanno appena servito due caffè “macchiati” all'Emerson. La coppia sottolinea come non sia giusto «che cittadini e gestori debbano pagare per l'inettitudine delle amministrazioni comunali degli ultimi vent'anni, che non hanno mai redatto il Piano di utilizzo del litorale. Si arriva sempre last minute e questi sono i risultati». In ogni caso la coppia afferma: «Abbiamo sufficiente fiducia in Massimo Zedda». Un avvocato che casualmente venerdì era al Tar mentre si discuteva del ricorso sui baretti è netto: «Se si paga la sanatoria, il Comune non deve più rompere le scatole ai gestori dei chioschi», spiega Giovanni Cossu, del foro di Roma.
I GESTORI Ovviamente soddisfatti i responsabili dei locali, seppure stremati dalla guerra di carte bollate. «A ogni ingiunzione segue un ricorso, che puntualmente vinciamo», spiega Fabrizio Merella delle Palmette. «Per la zona H ( quella dove si possono somministrare cibo e bevande ), l'amministrazione deve solo scegliere che tipo di struttura. Noi ci adeguiamo ma ci devono lasciar lavorare». Marella ne fa una questione metodo. «Il Comune ha chiamato solo il consorzio Poetto Services per discutere della questione, noi no. Volevamo partecipare lo stesso ma ci hanno cacciato». Nonostante tutto, fa sapere all'amministrazione che loro sono «disponibili al dialogo e a modificare le strutture», ma ricorda che quella delle Palmette «è una struttura completamente amovibile». Dunque rispetta i canoni fissati dal Comune per la stagione estiva 2012.
L'ASSOCIAZIONE Proprio nell'unico chiosco della Prima sopravvissuto alle ruspe è ospitata gratuitamente l'associazione “Surfsky Le Palmette”, che lavora con i diversamente abili e le canoe per surfare le onde. «Dubito che il sindaco abbia sentito tutti», spiega il direttore sportivo dell'associazione, Stefano Porcu, «perché credo che abbia la sensibilità sufficiente per capire che qui c'è chi si sforza per i disabili». Surfsky non accetta la chiusura del chiosco e rilancia: «Il Comune dovrebbe tenere aperti tutti i servizi igienici e dotarli di spogliatoi e acqua calda. C'è chi usufruisce del Poetto per fare sport tutto l'anno».
LA SPAZZATURA Oltre i servizi serve anche pulizia, visto che, a undici giorni dall'inattesa chiusura della stagione balneare, l'area della Prima fermata era invasa dai rifiuti. Buste di plastica, bottiglie di birra vuote, macerie scaricate sulla sabbia, vicino alla rete di recinzione del Windsurfing club, e a bordo strada. L'unica parte di spiaggia e carreggiata ripulite totalmente è quella intorno al chioschetto che riapre domani.
Mario Gottardi