Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Le produzioni interne non bastano»

Fonte: L'Unione Sarda
9 dicembre 2011

Il tenore Gianluca Floris
 

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Undici mesi fa propose il suo piano per la rinascita del teatro Lirico: non è un mistero che Gianluca Floris, tenore e attore, puntasse alla poltrona che ora è occupata da Gennaro Di Benedetto. Cagliaritano, quarantasette anni, del master plan presentato ai sindacati condivide «le considerazioni sulla necessità delle valorizzazioni dei talenti locali e la necessità di produrre titoli più popolari e meno di nicchia», oltre alla scelta di avviare «una politica di dialogo con le altre strutture dell'Isola».
Che cosa non le piace del piano di Di Benedetto?
«Per la produzione delle opere è previsto il ricorso al solo personale dipendente, limitando le integrazioni con lavoratori esterni. Ma gli organici orchestrali e del coro non permettono l'esecuzione di opere di grande repertorio. Non sono abbastanza».
Ma in passato una produzione esterna costava anche 65 mila euro. Troppi.
«E allora perché Di Benedetto, nei mesi scorsi, ha deciso di fare l'esatto opposto? Perché ha messo in stagione tre titoli non prodotti “in house”, anziché coinvolgere i registi, gli scenografi e i costumisti della nostra terra che lavorano apprezzati in tutto il mondo? Il sovrintendente ha voluto una nuova produzione di Carmen, quando nei nostri magazzini ne esiste una meravigliosa».
E allora come si ridurrebbero i costi?
«È indispensabile fissare dei budget triennali certi e non sforabili. E in questa voce deve essere inserito anche il personale esterno a tempo determinato. La stagione deve essere composta da sei spettacoli, di cui quattro autoprodotti grazie alla valorizzazione dei nostri laboratori tecnici».
La Provincia è alla finestra: potrebbe rientare nella fondazione.
«Credo che serva una collaborazione concertata di tutti gli enti locali per non perdere questa enorme risorsa culturale e produttiva che è il Lirico. A mio avviso non si tratta di dare più risorse, ma di spenderle tutte a vantaggio delle potenzialità produttive, cioè a vantaggio dei cittadini».

( m.r. )