Ieri pomeriggio l'attracco del primo mercantile, l'Endurance, proveniente da Montreal
Ritornano le portacontainer, di nuovo al lavoro 185 operai
L'arrivo della nave potrebbe segnare la fine di un lungo periodo di crisi del Porto Canale. Per i prossimi giorni sono attesi altri mercantili.
Una cima piovuta dal cielo, quasi come una manna, lanciata da un grosso marinaio abbronzato che si sporgeva dalla prua della nave. L'hanno recuperata gli operai addetti alla sicurezza della banchina del Porto Canale, qualche minuto dopo le 16 di ieri: avevano tutti un grosso sorriso stampato in volto.
C'è voluto poco più di mezz'ora perché l'Endurance, mercantile di media stazza battente bandiera delle Bermuda e proveniente da Montreal, fosse perfettamente ormeggiato al molo del terminal di Macchiareddu, pochi metri davanti alla poppa della più piccola Alkin Kalakavan (Istanbul), nave di smistamento arrivata poche ore prime e ormai quasi completamente scaricata dagli operai incaricati della movimentazione dei container.
«Ora ne arriveranno altre due entro le prossime ore - assicura Antonio Conti, direttore generale dell'Autorità portuale - e poi tutte le altre. È una gioia vedere queste imponenti gru rimettersi in movimento». Era la portacontainer della compagnia Mca Canada, con le sue 32 mila tonnellate di merce, la nave oceanica che tutti ieri aspettavano di vedere all'orizzonte, quasi rappresentasse lei stessa con i suoi 3500 container l'intero piano di rilancio del terminal cagliaritano siglato dalla Cict: sei nuovi clienti e ottocento navi in transito nel giro di un anno, con oltre 750 mila container da movimentare.
Chissà cosa avranno pensato gli uomini di equipaggio della Endurance nel vedere i sorrisi di lavoratori e dei massimi dirigenti della società di gestione del terminal, tutti accorsi nella banchina del molo per salutare l'arrivo della prima delle quattrocento navi giramondo assicurate dai nuovi contratti siglati.
«Sei nuovi clienti - spiega Alessandro Bece, amministratore delegato della Cict, società che gestisce il Porto Canale -. Praticamente abbiamo una media di oltre una nave grande al giorno provenienti dall'America, ma anche da Asia, Medio Oriente ed Europa. Poi ci saranno altre circa cinquecento navi Feeder, quasi due al giorno, più piccole e incaricate di distribuire i container all'interno di 35 destinazioni nel Mediterraneo. La cosa più piacevole è che, grazie a questi nuovi contratti, ripartiamo praticamente con un regime identico al massimo del passato. Entro i primi di ottobre, dunque, tutti i nostri lavoratori verranno reintegrati». Messi in cassa integrazione 185 operai su 198, la Cict ieri mattina ne ha richiamato in servizio alcuni che erano stati spostati in altri porti, anche perché nel terminal di Macchiareddu era rimasto solo un piccolo presidio dopo l'abbandono della Maersk (la società che sino ad aprile ha garantito la stragrande maggioranza dei container). Una boccata d'ossigeno anche per i circa 180 addetti della Iterc (Impresa terminalisti Cagliari), specialisti che salgono sui mercantili per liberare i pesanti carichi, ma speranze anche per i circa duecento operai del Consorzio lavoratori portuali (Clp), anche se in quest'ultimo caso le difficoltà sembrerebbero maggiori perché si tratterebbe di personale legato al porto cittadino e non a quello di Macchiareddu.
«Stiamo ancora lavorando per organizzare gli ultimi dettagli - chiarisce l'amministratore delegato della Cict - anche perché alla fine potremmo avere tra le ottocento e le 880 navi in arrivo nei prossimi dodici mesi. L'avevamo ripetuto anche nella difficoltà che eravamo fiduciosi che si potesse ripartire». Ieri pomeriggio, mentre le sirene segnalavano il movimento delle imponenti gru, i primi container venivano sistemati nel piazzale: molti tedeschi (Hamburg Sud e Hapag Lloyd), mentre nei prossimi giorni arriveranno anche quelli degli altri contratti (la malesiana Misc, la cinese Ocl e la giapponese Nik).
FRANCESCO PINNA
17/09/2008