Il Soprintendente Di Benedetto ha presentato ai sindacati il progetto industriale che sarà decisivo per le sorti del Teatro Niente tagli, ma contenimento delle spese per i precari. Più qualità nel cartellone, nuova gestione per gli spazi commerciali
Ealla fine è arrivato. Dopo mesi di sollecitazioni, il Soprintendente Gennaro Di Benedetto ha presentato ai sindacati il “piano industriale e master plan della produzione”. Il documento è considerato essenziale per la salvezza del Teatro Lirico. Perché il mutuoche sarà acceso per garantire i flussi di denaro necessari a coprire l’attività del Teatro,ha bisogno deinumeri e delle strategie (fissati nel piano), per fornire le garanzie di rientro delle rate per l’estinzione del debito. Proprio la Regione, futuro garante del mutuo, riteneva indispensabile il piano industriale. Così Di Benedetto l’ha presentato prima al cda del Lirico e ieri ai sindacati. Il documento sarà approvato definitivamente nelle prossime riunioni del cda. Lapalla passerà poi alla Regione che dovrà impegnarsi per salvare “l’istituzione culturale di riferimento della Sardegna”, come scrive lo stesso progetto. Il piano, dopo aver passato al setaccio i bilanci degli ultimi anni, individua le prospettive future e, soprattutto, le linee guida strategiche e gli interventi necessari al rispetto dei vincoli di stabilità. Nero su bianco gli interventi sul personale: saranno mantenute tutte le 229 professionalità del Teatro, di contro verranno utilizzate in modo «più accorto» le risorse non in pianta organica (i precari) e saranno rivisti termini e modalità dei premi (che saranno ridotti) per i dipendenti. Più attenzione anche al controllo di gestione per conoscere in anticipo le informazioni sull’andamento reale delle attività. Per incamerare nuovi introiti sarà rivista la strategia dell’area commerciale: saranno migliorati i servizi aggiuntivicomebookshop, caffetteria e ristorazione, regolati d’ora in poi con un nuovo contratto di gestione che preveda, oltre al valore della locazione, anche le royalties. E si parla anche della vendita dei servizi di sartoria e scenografia e degli allestimenti. Sarà rilanciata l’immagine del Teatro con una«proposta artistica forte e decisa» sotto il profilo culturale, con autori e titoli valore e interpreti di qualità, si annuncia anche un repertorio con maggior appeal e meno “di nicchia”. Nuovoimpulso verrà dato alle attività produttive di via Sant’Alenixedda, grazie alla riorganizzazione dei laboratori interni e all’arricchimento degli allestimenti. Dall’analisi del bilancio emerge il ruolo determinante dei finanziamenti pubblici per l’esistenza del Teatro. Spariti i fondi della Provincia, al Lirico sono arrivati nel 2011 22, 6 milioni di euro: 9 milioni 119 mila e 151 euro (più 104 mila di integrativo) dallo Stato, 9, 6 milioni (più 500 mila di integrativo) dalla Regione, 2, 4 milioni dal Comune e 840 mila euro dal Banco di Sardegna. Si registra un calo dei proventi del botteghino (dai 2, 2 milioni del 2008 ai 1, 7 milioni del 2010), mentre le presenze annuali si attestano sulle 115 mila unità. Drasticamente ridotti ricavi dalla vendita della pubblicità e i proventi delle sponsorizzazioni. Il sindaco (e presidente della Fondazione Teatro Lirico) Massimo Zedda sta studiando il bilancio assieme all’assessore alla Programmazione Gabor Pinna. Cauti, per ora, i sindacati: «Abbiamo trovato spunti interessanti », spiega Roberto Camarra, Cgil,«maanche lacune sull’analisi dei bilanci degli anni scorsi. Tuttavia rinviamo il giudizio definitivo ad una lettura più approfondita del piano industriale ». (en.ne.)