La replica della Regione
La scelta di far chiudere i pochi baretti rimasti sulla sabbia del Poetto, ufficializzata lunedì dal Comune, non sarebbe dettata dalle disposizioni della Regione. A sostenerlo, in una nota, è l'assessorato regionale all'Urbanistica, che spiega come «la determina dirigenziale che stabilisce il termine della stagione balneare non preveda affatto l'obbligatorietà della cessazione delle attività produttive, né tanto meno la rimozione dei manufatti». Dunque la decisione di obbligare alla chiusura i gestori dei baretti “superstiti” è legato alla scelta «discrezionale delle amministrazioni comunali». Non è finita, perché «la stessa amministrazione regionale, negli ambiti dei litorali rimasti sotto la propria diretta competenza (qualcuno anche nel litorale di Cagliari) e nell'ottica di favorire la destagionalizzazione dell'offerta turistica, provvede su istanza del concessionario al rinnovo dell'autorizzazione ad esercitare la propria attività anche oltre la stagione balneare», che finisce il 31 ottobre.
La normativa regionale prevede che la stagione balneare coincida «con il periodo dell'anno in cui la fruizione dell'arenile è soggetta alle attività di balneazione. A queste attività, come supporto, sono legate delle altre di carattere di servizio, quale il salvamento, l'assistenza, la predisposizione di ombreggi ed accessi facilitati all'arenile. Ovviamente, tra queste sono previste anche le attività commerciali legate alla ristorazione».
La Regione ha delegato agli Enti Locali «la pianificazione e la gestione della parte dei litorali non di interesse statale o regionale, che mantengono le proprie competenze sui porti o sui siti con manufatti di difficile rimozione». E le linee guida regionali per la redazione del Pul andrebbero proprio nel senso opposto alla scelta del Comune: perché «prevedono l'individuazione di particolari contesti di litorale in ambito urbano e ne auspicano la pianificazione e la gestione per la fruizione continuativa durante tutto l'arco dell'anno».