Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

FILM FESTIVAL Babel, e se ripartissimo dal 2010?

Fonte: Sardegna Quotidiano
28 novembre 2011

Babel 2, si ricomincia dal 2010. Nel senso che il festival cinematografico dedicato alle lingue minoritarie riparte dai vincitori della prima edizione. Tutto pronto, gli organizzatori Antonello Zanda (Umanitaria-Cineteca Sarda), Paolo Carboni (Areavisuale) e Tore Cubeddu (Associazione Babel) daranno il via stasera a Cagliari, alle 18,30, al Cinema Odissea di viale Trieste. Inaugurazione prima istituzionale (Regione, Provincia, Comune) e poi spazio ai registi sardi premiati l’anno scorso dalla giuria presieduta da Giorgio Diritti, autore del toccante “L’uomo che verrà”. Salvatore Mereu, Marco Antonio Pani, Marina Anedda. Al regista dorgalese di “Ballo a tre passi” andò il premio “Città di Cagliari” per “Via Meilogu 18”, in lingua wolof (Senegal) e romanì (della comunità Rom), le storie parallele di Kadim, ragazzino senegalese, degli adolescenti rom Munira e Brendon, Noemi. Dall ’esperienza con le scuole medie cagliaritane dei quartieri di San Michele e Sant ’Elia nacque “Tajabone ”, in visione a Venezia nel 2010.

SONETÀULA IN ORIGINALE Di Mereu verrà proiettato, alle 20, il film “Sonetàula” (2007), dall’omonimo romanzo di Giuseppe Fiori, per la prima volta in versione integrale. Sardegna fine anni Trenta, un ragazzino tanto magro che il suo corpo emette il rumore del legno. “Sonetaula”, appunto, il soprannome, Zuanne, vita nei pascoli con il nonno, epilogo tragico. «Non è certo la versione trasmessa dalla Rai, quella doppiata, che toglieva senso alla concezione originaria del film», spiega Mereu. «Il pubblico televisivo è abituato ormai alla fiction, oggi sarebbe impensabile fargli accettare un film come “Sonetau - la”. La Rai, nonostante ne fosse il principale finanziatore, ha cercato di “addomesticarlo” per proporlo ad un pubblico più vasto». Per questa ragione Mereu pensa che iniziative come il Babel vadano guardate con grande interesse e rispetto. «Mi sono avvicinato al cinema con occhio attento alla cultura sarda, cercando di tutelare anche la lingua. Il Babel – continua il regista - dovrebbe assumere il ruolo che hanno le botteghe di una volta, la conservazione degli antichi sapori, contro l’omologazione della grande distribuzione». Un avamposto del gusto, contro il multiplex, per custodire gelosamente quello che si sta perdendo. «Il fatto che si giri un film usando una lingua minoritaria non è sinonimo di qualità: ci deve essere poi il cinema, vero, dentro. Anche se il Bff fin da subito si è segnalato proprio per la bontà delle pellicole in concorso». A proposito di cinema vero. Mereu ha ultimato le riprese di “Bellas mariposas ”, dal libro di Sergio Atzeni, dove le due giovani protagoniste si esprimono in un idioma in qualche modo minoritario, lo slang cagliaritano, gergo ed espressioni colorite. «Un elemento che ho cercato di rispettare il più possibile, pur nella trasposizione cinematografica dell’opera letteraria ». Uscita prevista la prossima primavera. La speranza, partecipare ad uno dei più importanti festival europei di cinema, Cannes o Venezia. Marco Antonio Pani, Bff 2010, premio della Federazione Italiana Circoli del Cinema per “Panas ”, in sardo nella variante logudorese. Antica leggenda, “panas ”, le donne morte di parto, costrette per penitenza a vagare di notte come pazze. Sassarese di nascita, dieci anni a Barcellona in mezzo al catalano, ora di nuovo nell’Isola, riconosce l’importanza del festival: «Pochi giorni fa ero ad Udine, ospite di una rassegna dedicata al cinema friulano. C’era anche una sezione dedicata alla Sardegna con i film presentati l’anno scorso al Babel. E’ importante per noi registi poter valorizzare al massimo la sonorità della lingua, senza bisogno del doppiaggio ». Stasera Pani presenta un promo del film che sta realizzando con Paolo Carboni: «Prende spunto dalla mobilitazione del movimento dei pastori. Da lì sono venuti fuori dei personaggi che abbiamo seguito da vicino, aprendo uno spaccato sul mondo agropastorale sardo». Altra premiata l’anno scorso, Marina Anedda, dal mondo della fotografia al cinema. Con “S’Animu” si aggiudicò il “Nuct ”, della Scuola Internazionale di Cinema e Televisione di Cinecittà. L’Animo è quello di una ragazza di Sedilo, vuole correre l’Ardia. Una giovane cavallerizza contro la tradizione secolare, per dimostrare che la corsa in onore di Santu Antine è anche “cosa po femminas ”. Massimiliano Messina

IL CONCORSO AL VIA Più film, più paesi, più idiomi

Ventotto film in concorso (7 lungometraggi, 13 documentari, 8 cortometraggi-fiction), in 37 lingue diverse, 24 delle quali minoritarie, 18 i Paesi di provenienza, 27 i film fuori concorso, 6 location (la Biblioteca regionale, la Cineteca Sarda, il Cinema Odissea, il Multisala Cineworld, l’Old Square Irish Pub, il Piccolo Auditorium). Da domani parte la kermesse della seconda edizione del Babel Film Festival. Grande lavoro per la giuria presieduta quest ’anno da Edoardo Winspeare (regista, autore, produttore e attore), e composta Maurizio Braucci (scrittore e poeta), Aldo Fittante (critico cinematografico e direttore di Film Tv), Maria Gonzalez Gorosarri (giornalista esperta di lingue minoritarie), Elisabetta Randaccio (critico cinematografico). Sono stati selezionati film provenienti da Germania, Italia, Qatar, Francia, Bosnia, Slovacchia, Messico, Cina, Usa, Russia e Spagna, in lingue nazionali. Per le lingue minoritarie i Paesi di provenienza sono la Spagna, il Perù, le Filippine, la Serbia, il Sudafrica, i Paesi Bassi, il Paraguay, la Romania e l’Italia. Sono quattro i riconoscimenti che verranno assegnati dalla giuria Babel: il premio “Maestra - le” (da 10 mila euro) per il miglior lungometraggio; il “Maestrale ” (da 3.500 euro) per il miglior documentario e per il miglior cortometraggio e quello “Città di Cagliari” (2.000 euro) per il film che meglio racconta le minoranze nelle città. Si aggiungono poi il premio Ficc (Federazione italiana circoli del cinema), da 1.500 euro, il premio “Diritto di parola” (da 1.500 euro), assegnato da una giuria di studenti delle scuole superiori della provincia di Cagliari, selezionati tra i migliori degli istituti. Il miglior autore sardo verrà premiato con il premio Nuct (Scuola Internazionale di Cinema e Televisione di Cinecittà), che consiste in un workshop di sceneggiatura, regia o fotografia nella scuola, mentre il World Social Film Festival assegnerà il premio “Golden Spike” al film che dimostrerà le caratteristiche tecniche e narrative del cinema sociale. Ma.Me.