Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Karalis Arena, gli atti in mano al pm Nessun via libera dalla giunta regionale

Fonte: La Nuova Sardegna
25 novembre 2011

Procede l’inchiesta giudiziaria sulla controversia per il nuovo stadio del Cagliari calcio




MAURO LISSIA

CAGLIARI. Entra nel vivo l’inchiesta giudiziaria sul progetto Karalis Arena, lo stadio modulare che il presidente del Cagliari Massimo Cellino vorrebbe costruire nell’area di Santa Caterina, vicinissimo all’aeroporto di Elmas: la polizia giudiziaria, su delega del pm Emanuele Secci, ha acquisito la prima tranche di documenti utili a ricostruire i passaggi di proprietà che hanno segnato i terreni contesi, quelli in cui la Sogaer deve realizzare i nuovi servizi aeroportuali ma che Cellino intende occupare col nuovo stadio. Si tratta di carteggi acquisiti da privati. Nei prossimi giorni Secci dovrebbe allargare il campo dell’indagine per farsi portare in ufficio gli atti del comune di Elmas e della società di gestione dello scalo aereo che riguardano i due progetti, ormai in aperto contrasto.
Intanto emerge solo ora un dato: la giunta regionale ha stabilito con una delibera che per la realizzazione dello stadio a Elmas non è necessaria la valutazione d’impatto ambientale, ma lo stesso atto condiziona la leggitimità del progetto al pieno rispetto delle norme del diritto della navigazione. Norme che attribuiscono all’Enac la titolarità sulle decisioni che riguardano aeroporti e aree limitrofe, con le prescrizioni sulla sicurezza. Quindi nessun via libera dalla Regione, un via libera che comunque non avrebbe avuto alcun peso.
Fino a questo momento non c’è alcuna ipotesi di reato, la Procura procede contro ignoti. Una fase di ricognizione dopo la quale il pubblico ministero, insieme al procuratore capo Mauro Mura, farà le proprie valutazioni. Il sospetto di fondo è che dietro il braccio di ferro tra il comune di Elmas e l’Enac - l’ente per l’aviazione civile che ha bloccato categoricamente la costruzione dello stadio - non ci sia altro che un lucroso affare immobiliare, con connivenze, omissioni e la presenza di uno sponsor neppure tanto occulto.
La vicenda in pillole. Sogaer, la società pubblica che gestisce l’aeroporto, decide e progetta di allargare lo scalo costruendo un piazzale su metà dei 130 ettari dell’area di Tanca Spada. L’Enac approva e viene firmato un preliminare d’acquisto coi proprietari, ma l’atto non va alla registrazione e scade. Pochi giorni dopo, per una singolare coincidenza di tempi la Sgs - vale a dire la società che fa capo a Massimo Cellino - compra i terreni dai proprietari. Senza tener conto di una realtà: il progetto di ampliamento dell’aeroporto approvato da Sogaer nel 2006 prevedeva e prevede l’espansione proprio su quelle superfici. La Sgs prepara il progetto per lo stadio. Nulla l’opzione d’acquisto perchè manca la registrazione dell’atto, a Sogaer non resta che puntare all’esproprio dell’area di Tanca Spada «per pubblica utilità» in base al vincolo imposto all’approvazione del piano di ampliamento. Qui sarebbe l’affare: l’acquisizione si realizza ai valori di mercato, ma alla data del decreto di esproprio. Quindi se appena pochi mesi prima Sogaer, coi fondi Enac, avrebbe acquistato per una cifra irrisoria la settantina di ettari alle spalle del parcheggio multipiano, ora dovrà pagare molto di più perchè nel frattempo i terreni sono diventati d’oro grazie al progetto-stadio e aumenta anche il valore delle case d’abitazione costruibili negli ettari che restano.
La Procura cercherà di stabilire se quest’operazione sia stata suggerita o promossa da qualcuno e se nasconda altri interessi, oltre quelli considerati strettamente imprenditoriali.