Una parte emigrerà forse a Sestu, un’altra lancia un consorzio. Sant’Elia: consiglieri scrivono alla giunta
CAGLIARI. Quasi metà dei 26 venditori del mercato ittico all’ingrosso di viale La Plaia medita di trasferirsi al Centro agroalimentare di Sestu, gli altri hanno deciso di non arrendersi e parlano di formare un consorzio per presentarsi al Comune e trattare condizioni economiche diverse, ma anche di esigere i servizi che una struttura come questa ha promesso senza averne mantenuta neppure una. Come quella di mettere a disposizione un’asta elettronica: il vano che la doveva accogliere è vuoto e addirittura murato.
Il Comune ricava abbastanza dall’affitto dei box, se è vero che il canone è di mille euro fissi, più una percentuale sugli introiti delle vendite non bassa perché per accedere al box l’operatore deve dimostrare un fatturato di 500 mila euro l’anno. Al canone con percentuale si aggiungono anche altri balzelli, come la tassa sul suolo pubblico. E poi c’è un regolamento da rispettare sempre contestato perché carica di obblighi gli operatori, li stringe in orari inadeguati ma, dicono loro in un documento di sintesi di una riunione tenuta martedì sera, in cambio non garantisce «alcun servizio». Ecco perché una pattuglia non esigua guarda con interesse a una struttura privata, gemmazione del centro agrolimentare, dove, essendo la loro presenza condizione per l’avvio del progetto, c’è forse la speranza di trattare qualcosa di utile. La storia del mercato ittico di viale La Plaia è un elenco di delusioni, con scelte per gli operatori incomprensibili come quella di avere una banca che gestisce la cassa (la Banca di Sassari) cui gli operatori versano l’uno e 50 per cento delle vendite, la quale banca ha stipulato una convenzione col Comune e non con i commercianti da cui viene pagata direttamente. C’è chi si chiede perché il pesce sardo costi più di quello importato: la risposta è nella quantità di costi che pescatori e commercianti, dicono, sostengono dal momento in cui il pesce finisce nella rete. La desolazione dei mercanti cresce quando si contano i progetti mancati in porto: a cominciare dalla darsena a ridosso del mercato ittico che sarà una delle ultime opere, anziché fra le prime come sarebbe stato logico visto che da anni i pescatori vengono trasferiti da un molo all’altro per costruire un terminal crociere (inutilizzato) o far posto ai mezzi di servizio dello scalo. Lunedì i commercianti dell’ittico si riuniscono alla cooperativa pescatori San Pietro in viale Trieste: per raccogliere le adesioni al consorzio e fare un programma di lavoro. Intanto in comune dieci consiglieri hanno firmato un ordine del giorno perché il 1° lotto del porticciolo di Sant’Elia non resti l’unico: si impegnano sindaco e giunta a cercare fondi per finire l’opera. I consiglieri sono Claudio Cugusi, Francesco Ballero, Giovanni Dore, Francesca Ghirra, Matteo Lecis Cocco Ortu, Enrico Lobina, Piergiorgio Meloni, Giorgio Cugusi, Maurizio Chessa, Giuseppe Andreozzi. (a.s)