Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Un caleidoscopio sonoro per le magie di Mozart

Fonte: L'Unione Sarda
24 novembre 2011

Apertura della stagione di prosa Cedac, successo al Massimo di Cagliari

“Il Flauto” secondo l'Orchestra di Piazza Vittorio
Non ci si stanca mai di ascoltare la musica di Mozart, a cui solisti e orchestre rendono omaggio ogni giorno in tutto il mondo, talvolta con singolari e seducenti riletture come quella offerta l'altra sera al Massimo di Cagliari dall'Orchestra di Piazza Vittorio, per l'apertura della stagione di prosa del Cedac allestita per l'occasione in tandem con Sardegna Concerti Grandi Eventi Anfiteatro 2011.
L'ensemble multietnico fondato da Mario Tronco rivisita da tre anni in maniera leggera e gioiosa il celebre singspiele “Il flauto magico”, girando in un lungo e in largo per il nostro Paese e non solo. Riscritta in alcune parti dallo stesso Tronco, sul palco in qualità di direttore, e da Leonardo Piccioni, in scena anche lui e in veste di pianista, la nuova versione dell'opera di Emanuel Schikaneder regala un melting pot sonoro che oltre alla musica classica mette insieme i generi più disparati: rock, folk, jazz, hip-hop, reggae, blues, latin, ritmi cubani, mambo, sonorità arabe. Anche i protagonisti provengono da paesi diversi: il principe Tamino e il narratore-trombettista interpretato da Omar Lopez Valle, sul cui capo posa un cappello napoleonico, sono cubani, Pamina (proposta qui come una folksinger) è inglese, Papageno arriva dal Senegal, Sarastro dall'Ecuador, Monostatos dalla Tunisia, il Sacerdote dall'Argentina. Mentre la Regina della Notte, l'ammaliante soprano Jihye Kim, è coreana.
Un fitto reticolo di suoni, culture e personaggi che cantano le arie mozartiane nella loro lingua e assumono un peso contemporaneo rispondendo al cellulare. La scenografia, ideata da Lino Fiorito, è incastonata in acquerelli che rimandano a un clima fiabesco e alle spalle dell'orchestra scorrono immagini e didascalie. In un susseguirsi di intrecci musicali, arie mozartiane, pezzi originali, fischiettii, citazioni e cambi d'atmosfera ora sognanti, ora esotici, ora travolgenti, la storia originale (un principe e un uccellatore che inseguono i rispettivi amori, una bella rapita, una madre che sembra buona ma si rivela terribile, un padre che pare cattivo e si scopre essere l'illuminato) subisce dei rimaneggiamenti, con Pamina che alla fine decide di scappare con Papageno e Tamino dando così vita a un ménage a trois, e la Regina della Notte e Sarastro che si sposano ballando un mambo.
Una rilettura fresca e colorata, capace di catturare adulti e ragazzi, a cui la platea riserva lunghi applausi. «Quando a Roma presentammo per la prima volta “Il Flauto magico” in una versione non completa, molti giovani vennero da me dicendo: “Mozart? Domani ce lo scarichiamo”», ricorda Tronco.
Carlo Argiolas