L'opinione
di Giulio Zasso
È il momento di una nuova sfida per il simbolo della Cagliari commerciale e genuina che prova a scacciare gli spettri della crisi economica. San Benedetto è uno dei mercati civici più affascinanti d'Europa e può trovare il coraggio di mettere mano alla propria identità. A più da cinquant'anni dalla nascita - è stato inaugurato nel 1957 - non ha più senso fermare l'apertura a metà giornata. Cambiano i tempi, devono cambiare anche i modi. La stagione delle massaie è finita da un pezzo e la frenesia da vita moderna ha cambiato gli orologi alle famiglie e quindi ai potenziali clienti di San Benedetto. La giornata del mercato è diventata troppo corta. Ben venga l'iniziativa pilota, favorita anche dal Comune, dell'apertura serale del venerdì, una scommessa che può portare solo vantaggi (certo, gli operatori saranno costretti a nuovi carichi di lavoro) e magari chiamare a ruota altre serate. E non è da buttar via neanche l'idea già avanzata da qualcuno di alzare le serrande la domenica mattina. Il cambio sarebbe epocale, entrerebbe in scena una mentalità più agile e al passo coi tempi. Il fascino intramontabile della vita a mille colori tra i banchi del pesce o della frutta farebbe il resto. San Benedetto potrebbe diventare il punto di riferimento fisso delle vie commerciali, animando un quartiere nevralgico su cui le ombre della sera calano troppo in fretta. E la vendita on line sarebbe un tassello in più, il supporto per chi fa fatica ad avvicinarsi ai banchi del mercato ma non vuole rinunciare al gusto di una freschezza che difficilmente si trova da altre parti.