Commento
Natale si avvicina a passi veloci, ma è difficile pensare alle feste quando c'è una crisi che fa male e all'orizzonte si addensano nuvoloni sempre più inquietanti. Le tempeste finanziarie che stanno divorando le Borse europee non sfuggono all'occhio attento dei cagliaritani, costretti a vedersela con i capricci di bund e spread. E piove su una stagione già bagnatissima tra gli stipendi logorati dal carovita, il lavoro che non c'è più, le tante attività commerciali del capoluogo asfittiche e le prospettive ridotte all'osso per i giovani, con una disoccupazione che sfiora il cinquanta per cento. Dietro l'angolo ci sono anche i «sacrifici» invocati dal Governo per scongiurare il naufragio definitivo dell'Italia-Titanic dove in troppi hanno ballato infischiandone delle macerie lasciate alle nuove generazioni.
E allora fanno paura le feste di fine anno, quando le spese aumentano e in tante case sono rimaste soltanto preoccupazioni e pochi spiccioli. Ma magari sotto l'albero si può accendere una fiammella di ottimismo sperando che le cose comincino a girare un po' meglio. Dovrà finire prima o poi questo tempo disgraziato, anche se è difficile crederci adesso, con tanti negozi che chiudono e falliscono, con sempre più gente (nel capoluogo circa duemila persone) costretta a rivolgersi alla Caritas per mettere insieme il pranzo con la cena. Bisogna stringere i denti ma per fortuna i sardi lo sanno fare bene, abituati come sono a convivere con le difficoltà economiche in una terra mai troppo disponibile. Una certezza c'è: dopo la notte arriva sempre il sole. (g. z.)