Le preoccupazioni della Prefettura sulle condizioni attuali dell’impianto e l’intenzione di Cellino di puntare tutto su Elmas Mozione presentata da due consiglieri. E una proposta per trattenere il Cagliari in città: «Nuovo campo vicino a quello vecchio»
di STEFANO AMBU s.ambu@sardegna24.net
Demolire no, costa troppo. E poi si scontenterebbe chi dice che lo stadio, pensato prima dello scudetto del1970madi fatto diventato una sorta di tempio in onore di quello storico campionato, è un “bene identitario”. Risistemarlo e adeguarlo allenuove esigenze di un calcio che (anche per battere la concorrenza della tv), va visto da sempre più vicino e da spalti sempre più comodi, anche quellononsi può:sempre una questione di spese.Eallora? Resti il Sant’Elia,masi dia al privato la possibilità di costruire un terreno di gioco accanto. L’idea dei due stadi, insomma. Che torna di nuovo alla ribalta anche alla luce delle ultime preoccupazioni manifestate dalla Prefettura sulle condizioni dell’impianto che ospita le gare del Cagliari. A rilanciare l’idea i consiglieri comunali Paolo Casu (Psd’Az) e Gianni Chessa (Udc): «Grandi eventi e spazio agli altri sport al Sant’Eliaspiega Casu- e una nuova struttura piùmodernaaccanto da affidare al privato: in grado di ospitare le partite del Cagliari, ma sempre nel rispetto delle regole che devono riguardare un’area pubblica». D’accordo anche Chessa: «Il Comune ha investito tanto in questi annispiega il rappresentante del partito di Casini- sarebbe bello che il Cagliari calcio restasse a Cagliari: invito il presidente a un ripensamento». Per quanto riguarda la Prefettura non è finita: presto-probabilmente all’inizio della prossima settimana, la data non è stata ancora fissatail Comune dovrebbe partecipare a un nuovo tavolo per trovare al più prestounasoluzione. Tornando in via Roma, nei giorni scorsi Casu e Chessa avevano presentato una mozione urgente sullo stadio. E oggi in conferenza stampa, in Municipio torneranno alla carica. Partendo dal Sant’Elia attuale. E provando a pensare anche allo stadio del futuro. C’è un problema, però: il presidente del Cagliari MassimoCellino insiste sull’impianto a Elmas. E se così dovessero restare le cose, rischierebbero a quel punto di non avere senso nè il vecchio, nè l’ipotetico nuovo stadio “gemello”. Ma l’idea è lì. E il sindaco Massimo Zedda, con il quale nei giorni scorsi Cellino ha parlato di problemi legati agli interventi di manutenzione dello stadio, non hamaichiuso la portaauneventuale ripensamento della società rossoblù. «Lo stadio Sant’Elia- continua Casu- deve essere valorizzato. E utilizzato anche per eventi extra-sportivi: penso a quelle manifestazioni da 30-40mila persone, soprattutto concerti. Tra l’altro, essendo la struttura di proprietà del Comune, grazie a questi eventi ci sarebbero anche delle entrate per le casse dell’amministrazione ». Spettacolo, ma senza dimenticare la vecchia vocazione di stadio olimpico: «Capita a volte che gli altri sport- spiegache si svolgono di solito in impianti dalla capienza ridotta, possano avere bisogno in certe situazioni di spazi maggiori per ospitare più spettatori. Ecco, il Sant’Elia potrebbe diventare in questo senso un punto di riferimentoanche per societànonnecessariamente cagliaritane. Un esempio può essere il rugby». Nella mozione presentata nei giorni scorsi i due consiglieri rivolgono aZeddae alla sua Giunta un invito «ad attivarsi per il reperimento di fondi, anche regionali, per ristrutturare o demolire lo Stadio Sant’Elia e porre così fine ad una serie di spese di manutenzione chenonportano alcun beneficio duraturo alla struttura che è inoltre di vecchia concezione». Un appello anche a viale Trento: «Data la rilevanza dell'opera come struttura regionale e non solo come stadio della città di Cagliari- si legge nel documento- si chiede al sindaco e alla Giunta di impegnarsi perchè anche la Regione Sardegna partecipi al finanziamento e alla progettazione di un nuovo studio affinchè si possa realizzare una struttura moderna ed adeguata alla società, anche sportiva, che cambia e richiede sempre più attenzioni, non solo uno stadio in quanto campo di calciomaconcependo un impianto polivalente destinato a tutte le attività sportive e di spettaccolo, concerti e manifestazioni di altro genere e che soprattutto consenta l'accesso, in sicurezza, a tutte le categorie di cittadini che desiderino accedervi ».Unamozione molto articolata, quella deidue rappresentanti dell’assemblea civica, nella quale si ripercorrono tutte le vicende dello stadio Sant’Elia post restyling con le tribune sistemate davanti alle due curve e ai distinti. Ricordando anche l’episodio dell’invasione del supporter solitario con l’aggressione al portiere del Messina Manitta, poi finito al Brotzu. Speranze di convincere il Cagliari a restare in città? Poche, per ora. Era stato lo stesso presidente rossoblù a troncare subito il discorso all’indomani dell’incontro della settimana scorsa con il sindaco Zedda: «Non c'è alcun dubbio- aveva detto mercoledì - ormai è anche una questione di principio: si va avanti con il progetto dello stadio di Elmas. Con il sindaco stiamo parlando, e ci stiamo intendendo pienamente, su questioni relative alla manutenzione e alla agibilità dello stadio Sant'Elia». Insomma, nessunaintenzione di abbandonare il progetto di Santa Caterina, l’area vicino all’aeroporto individuata per la realizzazione del nuovo stadio. Un piano che non piace all’Enac, ente nazionale di aviazione civile: dubbi manifestati pubblicamente a più riprese anche dal presidente Vito Riggio.