CAGLIARI. ALLA GALLERIA COMUNALE D’ARTE TRE NUOVE OPERE
Quando incontri quello sguardo ti senti scivolare la terra sotto i piedi. Allora ti avvicini per capire. E trovi rughe, occhi, stanchezza. Le labbra serrate, un volto di pianto, mani bruciate da una vita di fatica. Così fai un passo in più e mentre annusi l’odore antico del gesso ti esplode in faccia la storia. Di quest’isola, della sua fame, della sua solitudine. “Lamadredell’ucciso” èunconcentrato di emozioni, una di quelle statue che bisognerebbe mostrare nelle piazze delle nostre città al posto di algidi condottieri a cavallo o anonimi mezzobusti barbuti. “La madre dell’ucciso” l’ha realizzata Francesco Ciusa nel 1906.Unanno dopo la portò alla Biennale di Venezia e la vinse. Aveva 23 anni. Gli offrirono l’America, le luci di New York. Rimase. Chi oggi ha voglia di esplorare il suo mondo, quello diun artista “che non era un sardo, era la Sardegna” come ben scrisse Ettore Cozzani in una delle sue cronache dell’epoca,nonpuò nondedicarsi un pomeriggio intero tra le eleganti sale della Galleria Comunale d’Arte di Cagliari, palcoscenico privilegiato dell’artista da quando nel ‘39 lo stesso Ciusa vendette al Comune gran parte della sua straordinaria gipsoteca, salvandola dal disastroso bombardamento che distrusse i marmie i gessi dello studio di via Alghero. Venerdì scorso la Galleria ha inaugurato la mostra “La scultura e l’anima”, occasione per presentare tre ulteriori capolavori offerti in comodato d’uso dagli eredi dell’artista. Si tratta di opere di estrema bellezza: “Il Dormiente” (1909, nella foto) “La Campana” (1922), “Il busto di Sebastiano Satta” (1928) opere distanti cronologicamentema testimoni di alcuni snodi fondamentali della sua produzione. Gli affetti, la famiglia, la società patriarcale, l’esaltazione dei valori morali e culturali del popolo sardo sono alcuni dei temi scelti a sottenderne il prezioso lavoro stilistico. In particolare “Il Dormiente”, primo e raro nudo di Ciusa molto amato da Emilio Lussu che soleva soffermarsi ad ammirarne le linee morbide e sensuali, vale da solo il tuffo nel passato. E bene ha detto l’assessore alla cultura Puggioni durante l’incontro con la stampa: «Un piccolo, grande progetto, per valorizzare e far uscire la Galleria nel territorio». Piccolo e grande. Come un capolavoro. Donatella Percivale