Stadio
SANT’ELIA
Quasi impossibile la costruzione dell’impianto a Elmas, da palazzo Bacaredda nuovi appelli per la società
in aula
LA MOZIONE IN CONSIGLIO
Oggi i consiglieri comunali Casu ( Psd ’Az) e Chessa (Udc) presentano una mozione per chiedere che il Sant’Elia venga restituito alla cittadinanza e diventi un centro multisportivo e aperto anche alla cultura e i grandi eventi.
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LA CONSEGNA DEI MONDIALI Il Sant’Elia è stato realizzato per Italia ‘90.
Le sirene del municipio ricominciano a cantare per Massimo Cellino. Lui, il presidente, di tornare al Sant’Elia non ne vuole sapere. O meglio: dice da tempo che vuole abbandonare il capoluogo per trasferirsi a Elmas, e che non esistono le condizioni per fare un passo indietro. Ma, per ora, non ci sono nemmeno quelle per portare a buon fine l’operazione sui terreni di Santa Caterina, affianco all’aeroporto, dove vorrebbe costruire la Karalis Arena. Il veto dell’Enac non è facile da aggirare e le minacce di esposti alla Procura (che potrebbero arrivare in settimana) rischiano di frenare anche i funzionari comunali e regionali più favorevoli a dare i via libera necessari. Così da palazzo Bacaredda, con dei distinguo sulle modalità, arrivano gli appelli a fare marcia indietro. L’apertura di Massimo Zedda a una trattativa con il Cagliari Calcio non è mai mancata. Anche nell’ultimo incontro della settimana scorsa con Cellino, il sindaco ha manifestato la disponibilità a discutere delle manutenzioni del decrepito Sant’Elia e della ripartizione delle spese. Zedda non ha nessun interesse a perdere la squadra della città, pur riconoscendo che il privato, se decide di andare via, è difficile da fermare. E ci sono i conti da far quadrare. «Per questo», spiega il presidente della commissione Patrimonio Claudio Cugusi (Pd), «è necessario smetterla con questo balletto, del quale la gente ha capito poco e niente. Facciamo un invito a Cellino: abbandoni il progetto dello stadio a Elmas, venga in Comune e, visto il rapporto cordiale che si è instaurato con il sindaco, apra il dialogo per far giocare il Cagliari al Sant’Elia. Certo, ci sono i debiti da saldare», conclude Cugusi, «ma è arrivato il momento di trovare una soluzione». Sulla stessa linea, rigida sui debiti della società nei confronti del Comune, è Enrico Lobina (Federazione delle sinistre), che fa riferimento alle dichiarazioni dell’ex sindaco Emilio Floris, secondo il quale la mancata riscossione dei canoni dovuti dalla società per l’uso dello stadio costituivano una sorta di sponsorizzazione: «Stia tranquillo l’ex sindaco», dice Lobina, «che se il Cagliari resterà al Sant’Elia la nostra non sarà una gestione allegra, come la sua, delle risorse pubbliche ». Gli fa eco Filippo Petrucci (Meglio di prima non ci basta): «Dalle dichiarazioni di Floris emerge qualcosa di molto simile a un danno erariale, è necessario approfondire e far quadrare i conti». Di diverso avviso Edoardo Tocco (Pdl): «Da anni dico che il Sant’Elia deve essere dato alla società di viale La Plaia. È l’unica soluzione, il municipio non ha soldi per mantenerlo. Incontriamo Cellino, troviamo l’accordo. Ma non possiamo permettere che Cagliari perda la sua squadra».
E. F.