Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Una folla riempie Bonaria l’ultimo applauso per Martiradonna

Fonte: Sardegna Quotidiano
22 novembre 2011

L’addio

 

LA CERIMONIA Gigi Riva ha sistemato sulla bara una maglia col numero 2 e lo scudetto conquistato nel 1970, che resterà sempre nella storia. 

 

IL FUNERALE I compagni di squadra e tanti tifosi si sono stretti intorno a parenti e amici del terzino destro del Cagliari 1970. Presenti i sindaci Zedda, Floris e Contini e il presidente Cellino

La basilica di Bonaria era piena. Per l’ultimo saluto a Mario Martiradonna c’erano tutte le sue famiglie: i parenti, i compagni di squadra e i tifosi. La famiglia vera, quella che con lui ha vissuto le gioie del campo e i problemi della vita, è stata abbracciata dai ragazzi del ‘70 e da tanti cagliaritani che quella formazione non la dimeticheranno mai. Dopo l’allenatore Scopigno e il terzino sinistro Zignoli è arrivato il turno del numero 2. Quel numero che ieri copriva la sua bara. Alla cerimonia hanno partecipato anche i sindaci di Cagliari Massimo Zedda, Emilio Floris e Michele Di Martino e quello di Quartu Mauro Contini, ma tutti erano a Bonaria in veste privata senza la fascia tricolore. Gli unici tricolori erano sulle due maglie e sulle quattro sciarpe che vestivano la bara di Mario Martiradonna. La messa è stata celebrata dal vescovo Gian Giuliano Tiddia che Martiradonna se lo ricordava coi calzoni corti all’Amsicora. «Lo stadio Amsicora dista meno di un chilometro dal santuario di Bonaria - ha detto durante l’omelia - e mi ha fatto piacere che Mario prima di lasciarci abbia scelto questa basilica per la celebrazione del suo funerale, era una chiesa a lui cara e ha chiesto che fosse cantata l’Ave Maria e lo accontentiamo ». Monsignor Tiddia per ricordare Martiradonna ha celebrato i tempi d’oro del Cagliari. «Ricordo i bei tempi del passato, all’Amsicora ci andavo anche io - ha detto - è bello ripensare all’attività sportiva, ma quello è un periodo concluso, ora per lui è un periodo nuovo». L’arcivescovo emerito di Oristano ha sottolineato il passaggio all’eternità di Martiradonna. «Rircordando le parole del Signore “Non tutto finisce qua” penso a quante pagine di sport ricordano le sue gesta, ma queste pagine passano: quelle di Dio non passano mai». Al centro della Basilica c’era il feretro del terzino campione d’Italia, da un lato la moglie, la figlia e gli altri parenti e dall’altra gli ex giocatori del Cagliari.

GLI EROI IN PRIMA FILA In prima fila gli eroi del ‘69/ ’70 che, come Martiradonna, a quarant’anni dallo scudetto non sono mai andati via da Cagliari: Gigi Riva, Beppe Tomasini, Mario Brugnera, Ricciotti Greatti, Cesare Poli e Adriano Reginato. Alle loro spalle un’altra fila di ex rossoblù legati a Martiradonna: Gigi Piras, Ciro Formisano, Roberto Quagliozzi e Renato Copparoni. Gli ex giocatori del Cagliari sono una squadra a sé, a distanza di anni continuano a vedersi e frequentarsi per mantenere i rapporti. Ieri, purtroppo, non è stata una delle loro leggendarie cene a radunarli, ma il saluto a un guerriero che ha perso l’ultima battaglia. «Una persona buona come poche - ha confermato monsignor Tiddia - una bontà e una dignità fuori dal comune, come tutti i suoi compagni hanno ricordato in queste circostanze ». Vicino alla famiglia c’era - no le persone più care, gli amici storici e quelli che gli sono stati particolarmente vicini in quest’ultima fase della sua vita. Perché la sua bontà gli ha creato non pochi problemi nella vita. «Un bambino prestato al calcio che quando ha smesso si è ritrovato in un mondo di squali senza essere preparato», è il commento unanime dei suoi ex compagni rossoblù. «Ma con la sua grande dignità non ha mai lasciato trasparire i suoi problemi», ha ricordato il suo grande amico Gigi Riva, una delle persone che più gli è stata vicino anche nei momenti più duri. Ed è proprio Rombo di Tuono che si è preoccupato dell’organizza - zione del funerale di Martiradonna assieme agli amici del club Cagliari Supporters Rossoblù, il gruppo di tifosi della curva Sud con cui andava allo stadio. Anche il presidente Massimo Cellino ha partecipato all‘ad - dio a un campione del passato rossoblù, che adesso è diventato leggenda. Tra gli applausi di Bonaria.

M.Z.

 

VITA DURA

I SUCCESSI NEL CALCIO E LE SFORTUNE FUORI DAL CAMPO

Dal 1962 al 1973 ha vestito la maglia del Cagliari. Nato a Bari nel ‘38 è arrivato in Sardegna a 24 anni e non è più andato via. È uno degli otto campioni d’Italia che è voluto rimare a vivere nell’Isola senza rimpianti. «I soldi non sono niente rispetto all’affetto e alla riconoscenza ceh i sardi ci riconoscono dopo quarant’anni », ha commentato Tomasini. Perché non tutti gli affari dei campioni del ‘70 sono andati per il verso giusto e Mario Martiradonna ha passato tanti momenti difficili. Negli ultimi anni ha avuto nuove difficoltà e un gruppo di amici, assieme all’immancabile Gigi Riva, lo ha assistito e coccolato. Ma il guerriero non ha avuto pace neanche in punto di morte perché lui è andato via e la sua signora rischia addirittura di rimanere senza la casa in cui vivevano insieme.