Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Cagliari-Roma, un viaggio alla scoperta di De Candia

Fonte: L'Unione Sarda
22 novembre 2011

Il tenore e patriota al centro delle ricerche degli Archivi storici

Domani al Conservatorio tra memorie e musica

Il bicentenario della nascita, l'anno scorso, è passato pressoché inosservato, oscurato, chissà, da altri più importanti natali, su tutti Chopin e Schumann. A vendicare il De Candia tenore, restituendogli l'onore che gli spetta, è adesso il De Candia patriota. Quello che studiò a Torino con Cavour e conobbe a Londra Mazzini. E che ora, grazie alle celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia, conquista finalmente l'attenzione su di sé, dando vita a una iniziativa congiunta: ha coinvolto l'Archivio di Stato di Cagliari, l'Archivio di Stato di Roma, la Soprintendenza Archivistica per la Sardegna, l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Domani alle 20.30 il progetto avrà un primo, importante momento di visibilità all'Auditorium del Conservatorio con una conferenza-concerto dedicata a “Mario De Candia, memorie e musica. Passioni, travagli, successi di un tenore cagliaritano con la Sardegna e l'Italia nel cuore”. Il tenore Gianluca Pasolini, avviato a una carriera internazionale, affronterà cinque brani del repertorio decandiano, dalla “Marta” di Flotow al “Robert le Diable” di Meyerbeer, al “Don Pasquale” di Donizetti per finire con “I due Foscari” e il “Rigoletto” di Verdi. Al pianoforte un brillante pianista sardo, Walter Agus.
Quanto alle memorie, saranno le protagoniste della “riscoperta” di Mario a rinverdirle: Alessandra Argiolas, Archivio di Stato di Cagliari, Anna Pia Bidolli, Archivio di Stato e Soprintendenza archivistica per la Sardegna, Annalisa Bini, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Eugenio Lo Sardo, Archivio di Stato di Roma, Antonella Palomba, Soprintendenza Archivistica per la Sardegna e il musicologo Felice Todde, che ha curato in particolare la parte musicale. Prima di loro saranno la direttrice del Palestrina Elisabetta Porrà e l'assessore comunale alla cultura Enrica Puggioni ad aprire gli interventi. Coordinerà la serata l'attore Simeone Latini, che avrà anche il compito di leggere brani delle lettere di De Candia.
Ed è da qui, dalle carte solo apparentemente fredde di un archivio, che è nato il progetto. Da un interesse archivistico tutto al femminile (almeno per quanto riguarda Cagliari) che poi ha contagiato Roma, ma anche Torino e Firenze, attirando sul progetto l'interesse della Regione, del Ministero per i Beni culturali, del 150° dell'Unità d'Italia.
Ma chi era Giovanni Matteo De Candia, grande cantante lirico dell'Ottocento, conosciuto nei teatri del mondo con lo pseudonimo di Mario, legato pare al suo amore per la romanità? A tracciarne un ritratto a tutto tondo, a ridargli vita con le loro ricerche, le nostre studiose. Su tutte Anna Pia Bidolli, che ieri ha presentato con le sue colleghe e con Todde le celebrazioni decandiane, ricordando le due anime di De Candia: quella musicale e quella risorgimentale, e sottolineando il coinvolgimento nella riscoperta di altri istituti culturali. A cominciare dall'Archivio di Stato di Roma, che conserva le sue carte, all'Accademia musicale di Santa Cecilia, che ospita la sua ricca biblioteca musicale. «Qui abbiamo le carte che fanno parte della collezione del museo del Risorgimento ma per il nostro studio è stato preziosissimo l'apporto dell'Archivio storico del comune di Cagliari, posto sotto la vigilanza della Soprintendenza archivistica. Conserva carteggi di famiglie nobili cagliaritane, attraverso le lettere è possibile ricostruire molte, travagliate vicende di Mario».
Nobile indirizzato alla carriera militare (il padre era Governatore di Nizza), De Candia fu spedito a studiare a Torino, disertò, gettando la famiglia nel disonore, scappò in Francia, entrò i rapporto con i fuoriusciti italiani legati al salotto parigino di Cristina Belgioioso. Si diede al canto, conobbe il soprano Giulia Grisi con cui condivise il palco e l'amore per la causa risorgimentale, ebbe da lei sei figlie, tre delle quali morte bambine. Girò il mondo con la sua musica, ottenendo consensi ovunque, ma sempre avendo nel cuore Cagliari (che pure frequentò assai poco). Fu generoso con tutti, con la causa risorgimentale e con la famiglia, e trascorse in povertà l'ultimo decennio della sua vita, trovando tuttavia conforto nel sostegno di molti amici. Tra cui i sardi Villamarina e gli Odescalchi. Ed è proprio il carteggio dei nobili italiani uno strumento importante per la conoscenza di Mario.
Domani le protagoniste del progetto metteranno in evidenza le vicende umane e artistiche di “Mariò”, nel tentativo di riportare l'attenzione su un artista e un uomo generoso e appassionato, cosmopolita e attaccato alle radici, «un po' svagato, di indole buona non molto portato all'attività militare e con attitudine al canto», come scrivono i suoi superiori. A Todde il compito di tracciarne la parabola artistica e di metterne in evidenza le caratteristiche: a parlare di lui, in assenza di registrazioni, sono le critiche musicali, ma soprattutto le scelte dei musicisti che scrissero per lui alcune parti davvero ardue, da Meyerbeer a Donizetti a Verdi. Parti impiccatissime, ultracute, difficili. Perfette per un turbolento nobile e patriota cagliaritano costretto dalle vicissitudini della vita ad abbracciare «il lucroso benché disperato partito di fare il cantante».
Maria Paola Masala