Se a qualcuno dovesse servire un'immagine che racconti la transizione verso la terza Repubblica provi a rivolgersi al Comune di Cagliari. Troverà assessori che fanno la fila in attesa dell'autista. È uno degli esempi freschi e funzionanti di car sharing (auto condivisa), parola sentita migliaia di volte negli anni delle vacche grasse ma attuata raramente. Altrimenti non si spiegherebbe perché in Italia, nonostante a partire dal 1991 varie legge abbiano imposto riduzioni di un terzo del “parco circolante”, le auto blu (oltre 86 mila) non solo sono aumentate progressivamente ma costano ancora due volte e mezzo il budget dei Beni culturali. Una follia.
Il severo Brunetta ha ottenuto qualche risultato e va detto che in Italia come esistono ancora casi di anacronistica arroganza, come quello dell'ex governatore del Veneto Galan che nel bando per le auto di rappresentanza ha imposto «di cilindrata di almeno 3000 e trazione integrale», esistono esempi virtuosi. Soprattutto in Sardegna.
LE AUTO BLU BLU Secondo una stima ufficiosa, le auto di rappresentanza in circolazione nell'Isola (le cosiddette auto “blu blu”) sono circa 320, sommando le 92 della Regione a quelle dei principali Comuni (quelli piccoli, la gran parte, non le hanno) e Province, dei ministeri. Molte di più se si sommano quelle in dotazione ai dirigenti. Ora, grazie alla recente sentenza del Tar Lazio che limita drasticamente anche in Sardegna il numero di soggetti beneficiari delle vetture di Stato, la sforbiciata dovrà essere ancora più netta.
IL CAPOLUOGO Il Comune di Cagliari sino alla scorsa consiliatura ne aveva 14, una per ciascun assessore e una per il sindaco. «Tre sono già state restituite, per altre sei sono in corso le verifiche per la restituzione», spiega l'assessore agli Affari generali Paola Piras. Di fatto ora se ne usano cinque: quattro (Fiat Bravo a gas di colore grigio) per i dieci assessori, una (Bmw serie 5 blu) per Zedda. A rendere ufficiale il car sharing è stata una delibera del 29 settembre del 2011, che ha anche istituito un nuovo servizio. Funziona così: le auto stanno in garage a disposizione e vengono utilizzate su chiamata. Ogni assessore la prenota, indica giorno, ora e durata dell'impegno. È stato stabilito che un autista non possa aspettare più di un quarto d'ora un assessore. Se l'impegno dura di più, l'auto viene utilizzata per un collega di Giunta. Un taxi collettivo, insomma.
Idem, ma questo accadeva anche nella precedente consiliatura, per i dirigenti che utilizzano alcune Fiat Panda bianche condivise. Guidate non più da impiegati prestati alla guida ma dagli autisti: così gli “amministrativi” sono tornati nelle scrivanie e non c'è esubero tra i conducenti, alcuni dei quali ora guidano i mezzi che trasportano le persone all'interno del cimitero di San Michele. Le auto vengono noleggiate e il canone è di poco superiore a 420 euro al mese (manutenzione, assicurazione e bollo compresi) per ciascuna vettura, benzina esclusa.
LA REGIONE Anche la Regione recentemente ha dimostrato un comportamento responsabile. Una delibera del 15 settembre del 2010 ha fornito indirizzi per la razionalizzazione del parco auto. Da allora le macchine in uso agli organi politici (presidente, assessore, uffici di gabinetto) sono state dimezzate. Inoltre nel corso dell'anno sono state vendute all'asta 28 vetture con un valore residuo di mercato e altre sono state cedute a prezzo simbolico ad alcuni piccoli comuni. Le auto blu in uso alla Regione sono 92 e costano ogni anno 543 mila euro. La più costosa è l'Audi A 6 in dotazione al presidente per la quale l'amministrazione paga ogni anno oltre 28 mila euro, il triplo del costo complessivo delle 13 Ford Mondeo in dotazione agli assessori.
PROVINCE Tra le Province, anche quella Cagliaritana ha iniziato a razionalizzare. Come ha fatto il Comune di Cagliari, l'amministrazione di Viale Ciusa ha istituito un centro di smistamento. «Le richieste di utilizzo delle vetture devono pervenire con congruo anticipo ed esclusivamente via e mail», chiarisce il presidente, Graziano Milia, che annuncia tolleranza zero. Per evitare pressioni sul coordinatore degli spostamenti e un uso indebito delle auto (soste per pranzo, commissioni personali fuori porta) «adotteremo un sistema che memorizza i percorsi compiuti della vetture e ne consentirà la consultazione su internet».
ABUSI DIFFUSI Un meccanismo che sarebbe opportuno introdurre in tutte le pubbliche amministrazioni. Si scoprirebbe che ci sono assessori che risiedono in vari paesi della Sardegna, che si fanno trasportare ovunque: convegni, matrimoni, persino addii al celibato. A spese dei contribuenti.
Fabio Manca
Il record
In Italia
ne circolano
86 mila: costo
2,5 miliardi
In Italia circolano 86 mila auto blu: circa 5.000 sono auto blu/blu (auto di rappresentanza politico-istituzionale), 10.000 sono auto blu (auto al servizio della dirigenza delle amministrazioni) e circa 71.000 auto grigie (vetture a disposizione degli uffici locali per attività strettamente operative). Il costo totale, comprensivo del personale, è stimato in 2,5 miliardi di euro.
Un costo che deve essere drasticamente ridotto. Dieci giorni fa, infatti, la prima sezione del Tar del Lazio, accogliendo un ricorso presentato dal Codacons, ha ordinato lo stop alle auto blu per le Regioni e per gli enti locali. L'associazione aveva impugnato il decreto della presidenza del Consiglio dei Ministri del 3 agosto 2011, relativo alla regolamentazione delle auto blu, nella parte in cui allargava la platea di soggetti beneficiari delle vetture di Stato. Il decreto, infatti, sulla carta era finalizzato a razionalizzare l'utilizzo delle auto blu e limitarne i costi, ma di fatto escludeva dall'ambito di applicazione, e quindi dalle limitazioni, tutte le Regioni e gli enti locali. Il Tar ha infatti disposto che entro 60 giorni il Presidente del Consiglio riveda il decreto presidenziale