Nell’ultimo quinquiennio (gestione Floris) non è stata raggiunta la quota di raccolta differenziata imposta dalla Regione Il Comune non ha mai pagato le penali ed è arrivata la pesante sanzione. Appello al sindaco Zedda per il via al nuovo appalto
di ENNIO NERI e.neri@sardegna24.net
Un conto da oltre 5 milioni di euro. È quanto è costato all’amministrazione comunale il mancato raggiungimento della quota di raccolta differenziata dei rifiuti. Obiettivo mancato anche per le continue proroghe del vecchio appalto mandate avanti dall’ex Giunta Floris e una differenziata imposta con grandi difficoltà e lentezze. E sopratutto senza mai aver avuto il coraggio di affrontare l’avvio del sistema di raccolta “porta a porta”. Considerata indigestada molti cittadini,maessenziale per far salire la quota della differenziata. E così la maggioranzaha prontounordine del giorno per spingere la Giunta a mandare avanti il nuovo appalto e a partire con il “porta a porta”, proprio mentre è infase di elaborazioneun nuovo disciplinare di gara per il servizio di raccolta differenziata. La questione è stata discussa nell’ultima riunione della commissione Pianificazione, presieduta dal consigliere PdFabrizio Marcello: attualmente è “in pendenza” un ricorso al Tar Sardegna per il «mancato pagamento delle penalità connesse al fallimento degli obiettivi prefissati per la raccolta differenziata». Si tratta di circa 5 milioni e 500 mila euro per il quinquennio 2005-2010. Oltretutto il mancato raggiungimento degli obiettivi determinerebbe ulteriori penalità per ilComune(la stima per l’anno in corso è di circa 360 mila euro di penale, valutando lo smaltimento del secco in circa 200 tonnellate al giorno per 5,16 euro a tonnellata per 360 giorni). Questo perché palazzo Bacaredda è ancora in ritardo rispetto agli obiettivi fissati dall’Ue e dalla Regione per la raccolta differenziata, avendo raggiunto appena il 35% del totale dei rifiuti urbani, contro il60%stabilito dal piano regionale per il 2011 e il 65 % del 2012. Ma c’è poi il problema dei costi e della qualità del servizio attuale. La commissione ha anche citato i dati elaborati da Confartigianato che danno un costo pro capite di Tarsu per un appartamento di 80mqa Cagliari di 245 euro l’anno: una cifra superiore al dato medio dei capoluoghi di Regione (223 euro l’anno) e largamente superiore ai comuni più virtuosi (Firenze 135, Bari 153, Trieste e Bologna 195, Torino197). Mentre sono numerose le segnalazioni di situazioni di degrado accanto a numerosi cassonetti. La commissione ha ipotizzato anche altri benefici: l’incremento della raccolta differenziata potrebbe favorire, anche sul bacino dell’area vasta la nascita di nuove attività di trasformazione anche di plastica e vetro, generando così nuove attività produttive e posti di lavoro. «Come commissione», spiega il presidente Fabrizio Marcello, «abbiamo sentito i precari della De Vizia (l’azienda che gestisce il servizio di raccolta dei rifiuti in città, ndr), circa 60/70 persone, tenendo conto che i dipendenti a tempo indeterminato dacontratto dovrebbero essere 406 ma attualmente risultano 388, nel nuovo appalto della differenziata porta a porta ci saràunaumentodel personale stimatodi 11%. Ci siamo impegnati », aggiunge, «a riaprire il tavolo tecnico tra le parti tanto è vero che abbiamo ricevuto in commissione anche le 4 sigle firmatarie di contratto per riprendere il dialogo istituzionale ormai interrotto dalla precedente amministrazione ». La commissione ha anche incontratouna rappresentanza della De Vizia. La commissioneha votatoundocumentoaffinché l’amministrazione intraprenda tutte le iniziative tese a raggiungere gli obiettivi di raccolta differenziata: e cioè: definire il capitolato di gara per il nuovo servizio di raccolta differenziata in tempi tali da poter giungere alla scadenza naturale del contratto in corso per la raccolta dei rifiuti, senza dover ricorrere ad una sua proroga, inserire nel capitolato norme che diano ampia discrezionalità alla società appaltatrice sulle assunzioni di personale, per scongiurare procedure di assunzione che favoriscano pari opportunità di accesso e la valutazione del merito, oltre che il superamento del lavoro atipico o precario. Sarà obbligatoria l’attivazione del “servizio porta a porta” per singola utenza o condominiale, «con studio analitico delle soluzioni», si legge nella mozione, «in funzione dell’assetto urbano dell’abitato, inmododa garantire il successo della trasformazione tecnica del servizio ». Previsti anche gli ecocentri nei vari quartieri del territorio cittadino, mentrenel regolamento edilizio sarà inserita una norma che farà sì che le nuove costruzioni e lottizzazioni prevedano appositi spazi per la raccolta differenziata (mini isole-ecologiche), accessibili dagli operatori del servizio e resi compatibilicon l’uso di tecnologie che agevolino la raccolta ed aumentino l’efficacia della differenziazione dei rifiuti. Sì anche al potenziamento, nelle more dell’attivazione del sistema porta-porta, della vigilanza sui conferimenti irregolari sia in termini di qualità, sia in termini di conferimenti di rifiuti da altri comuni dell’area vasta. La mozione chiede anche di potenziare la pulizia delle strade e delle aree sia in termini di incremento di frequenza del servizio (ridotto in alcune aree della città in termini di giornate di spazzamento delle strade), sia in termini di qualità del servizio stesso, anche eventualmente mediante il potenziamento della dotazione di macchine pulitrici e di personale. L’ipotesi è quella di istituire la figura dell’ “ispettore ambientale”, valorizzando anche le forme di volontariato, e mediante il coinvolgimento delle altre strutture del personale comunale impegnato sul territorio.E istituire un numero verde per la segnalazione dei problemi di igiene del suolo e la costituzione di una task force di pronto intervento che garantisca in tempi brevissimi la soluzione del problema. Inoltre saranno potenziati i sistemi di raccolta dei rifiuti dei passanti (cestini differenziati) nelle strade e piazze cittadine.