La scrittrice di Cabras firma sul suo blog un’inchiesta sulla fulminante carriera tutta all’ombra del Pdl del nuovo docente di Teoria e Pratica deI Mass Media alle Belle arti di Sassari. Vincitore di un concorso grazie agli incarichi avuti da Cappellacci di FRANCESCO GIORGIONI f.giorgioni@sardegna24.net CAGLIARI. Tre anni di incarichi, nomine e designazioni. Sempre sotto le insegne del Pdl, di Emilio Floris e di Ugo Cappellacci, sempre nei settori chiave delle istituzioni culturali controllate dalla Regione. Una carriera fulminante, quella del poco più che quarantenne Giovanni Follesa, fresco vincitore del concorso per l’insegnamento di Teoria e Pratica dei mass media all’Accademia delle Belle Arti di Sassari. Tanto fulminante da richiamare l’attenzione di Michela Murgia.
La scrittrice di Cabras, ieri, ha firmato sul suo blog e sul profilo facebook una puntigliosa, documentata cronistoria degli eventi chehanno fatto dell’occhialuto Follesa un punto di riferimento per gli ambienti della cultura isolana targata centrodestra. L’intervento dell’autrice di Accabadora ha ovviamente scatenato un tam tam di reazioni in rete, com’era naturale e scontato che fosse. Cosa c’è di tanto anomalo da far diventare la questioneuncaso? Cosa c’è di così esclatante da scomodare una primadonna delpanoramaeditoriale eda suscitare l’’indignazione che traspare inmaniera palese dalla sua cronaca? C’è che Follesa, a parte una laurea in Storia dell’arte contemporanea, sembrerebbenonavere titoli o meriti particolari per essere stato - nell’ordine - presidente di una cooperativa sociale ripetutamente foraggiata dalla precedente amministrazionecomunale di Cagliari, coordinatore della comunicazione per conto della Regione, capo di gabinetto e consulente dell’assessorato regionale alla Cultura, prima della designazione nel Consiglio diamministrazione della Film commission e del recente trionfo al concorso sassarese. Un’affermazione che peraltro è strettamente imparentata con tutti gli incarichi che la Regione ha generosamente elargito,comeleggerete in seguito. Ma l’affondo della Murgia sembra anche una risposta all’appello rivolto agli intellettuali isolani da Marcello Fois, un richiamo all’indignazione pubblicato nella pagine di Sardegna 24 lo scorso 30 ottobre. Il cui titolo è più che eloquente: «Scrittori sardi, il silenzio è connivenza». In tempi di lotta ai privilegi, agli sprechi e allo spadroneggiare senza pudore diunapolitica che tutto invade senza rispettare competenze e titoli, secondo Fois, anche il mondo della cultura con la C maiuscola ha il dovere di mobilitarsi contro questo malcostume. «Giovanni Follesa è un nome che a molti sardi non dirà assolutamente niente - scrive la Murgia nell’introdurre la sua inchiesta -ma ai concorrenti in graduatoria per la cattedra di Teoria e Pratica dei MassMedia all'Accademia di Belle Arti di Sassari invece dice molto. Giovanni Follesa si è infatti posizionato al primo posto della graduatoria per l'insegnamento della materia benché, a differenza della maggior parte degli altri aspiranti, fosse del tutto sprovvisto di titoli di servizio e di studio specifici. Con una semplice laurea in storia dell'arte contemporanea li hastracciati tutti grazie alla voceALTRO ». Proprio così: ALTRO, scritto tutto in maiuscolo. Perché quell’ALTRO è la lunga sequenza di incarichi ricevuti da Follesa durante il biennio Cappellacci e, in precedenza, grazie alla generosità dall’ex sindaco di Cagliari Emilio Floris. Note biografiche recenti precedute dal una fugace esperienza nel campo giornalistico, quando nel 2001 Follesa divenne direttore del quotidiano l’Obiettivo, da lui stesso fondato a Quartu. E che, secondo la scrittrice, sarebbe bastato a «suscitare l'interesse preoccupato del sindacato dei giornalisti sardi a proposito dell'assenza di inquadramento contrattuale di alcuni collaboratori della testata».
Malgrado questo incidente di percorso,sommatele diverse investiture ottenute a botta sicura dalla sua area politica di riferimento Follesa ha maturato il punteggio per surclassare tutti gli altri concorrenti al concorso bandito dall’Accademia. Nel curriculum, per essere precisi, va inclusa anche l’unica esperienzada autore di Follesa, alla cui vena letteraria va attribuito il libro Terra Mala, firmato assieme a Rossana Copez. Prima dell’avvento del nuovo governatore, l’uomo al centro dell’inchiesta era finito anche nel mirino dell’attuale sindaco di Cagliari Massimo Zedda, altempo consigliere comunale di minoranza. Oggetto, il bizzarro affidamento di un incarico per la creazione di itinerari virtuali su Second life. «Nel dicembre del 2008 i sardi - scrive la Murgia - sentono di nuovo parlare di Giovanni Follesa perché nel frattempo è diventato presidente di unacooperativa sociale, la Naicà, che ottiene un incarico diretto dal Comune di Cagliari per - cito testualmente - l'installazione di itinerari virtuali turistico-religiosi su Second Life, missione per la quale riceve ben 72mila euro. L'attuale sindaco e allora consigliere di minoranza Massimo Zedda fece notare che di incarichi per affidamento diretto la cooperativa Naicà durante i precedenti due mesi ne aveva ricevuti ben sette, per untotale di 243mila euro.
Sapendo che l'affidamento diretto è spesso anche il modo in cui gli amministratori avvantaggiano con i soldi pubblici le proprie conoscenze personali, già allora i più attenti cominciarono a chiedersi se tanta munificenza da parte della destra cagliaritana verso Giovanni Follesa fosse dovuta a competenze reali o non piuttosto a conoscenze personali con l'allora assessore comunale al bilancio Ugo Cappellacci». Dal dubbio si passa alla certezza quando, pochi mesi dopo, il governatore appena insediato lo nomina responsabile della comunicazione per la Regione e poi capo di gabinetto di un assessorato, ovviamente quello della Cultura. In questa veste Follesa è protagonista di una curiosa polemica. Accadde, infatti, che il Comune di Cagliari avesse deliberato un finanziamento di 150 mila euro per la realizzazione di un film - mai girato - sulle sorelle Coroneo, la cui regia doveva essere affidata alla regista Elisabetta Sgarbi, sorella di Vittorio. Fatti finiti in un’inchiesta giornalistica curata da Marco Mostallino per il quotidiano Epolis e alla quale il legale della Sgarbi rispose commettendo una clamorosa gaffe: Follesa venne qualificato come assessore, carica che spettava invece a Lucia Baire. Lapsus che rappresentava in maniera esemplare il potere in assessorato di Follesa, nel frattempo diventato consulente del settore. Il nome di Sgarbi, peraltro, sembra legato a doppio filo a quello del nuovo docente dell’Accademia. Ecco cosa scrive la Murgia al proposito: «Quest'anno (Sgarbi ndr) lo ha nominato membro della giuria selezionatrice degli artisti da presentare al padiglione Sardegna della Biennale di Venezia. Il caso ha voluto che in quella giuria ci fosse anche il dottor Antonio Bisaccia, direttore dell'Accademia di Belle Arti, il quale alla fine della Biennale ha emesso un comunicato stampa dove si legge tra le righe quanto grande sia la gratitudine per il ruolo svolto dall'Assessorato alla Cultura nell'assegnazione della gestione di questa importante e iniziativa all' Accademia da lui diretta. Aveva tutte le ragioni di essere contento: la gestione dell'eventoha fatto entrare nelle casse della scuola ben 395 mila euro (deliberan ° 15 del24marzo 2011, conil concorso di due assessorati e della presidenza della Regione)». L’epilogo è degno della storia. Giovanni Follesa vince il concorso all’Accademia in virtù del super bonus di ottanta punti riconosciuto al suo curriculum, maturato principalmente grazie ad affidamenti diretti elargiti dal centrodestra regionale e che, per la commissione, sono invece meriti professionali. «È doveroso chiedersi - cocnlude la Murgia - quali siano i tanto convincenti meriti professionali del dottor Follesa, considerato che negli ultimi dieci anni, a parte un'esperienza giornalistica breve e discussa e sette assegnazioni politiche per fare cose come i pellegrinaggi su Second Life, non risulta che egli abbia fatto niente altro che il portaborse a uomini del PdL e il coordinatore della comunicazione istituzionale della Regione Sardegna».