Rassegna Stampa

Sardegna 24

Danton o la fragilità dell’essere

Fonte: Sardegna 24
16 novembre 2011

Domani al Ghetto l’affascinante tema del potere. Roberta Secchi: «Qui tutto diventa vita» L'Affare Danton” affronta il tema affascinante delle contraddizioni interne alle rivoluzioni, dopolo slancio iniziale che trasforma figure carismatiche in leader, trascinatori delle folle: il testo di Stanislawa Przybyszewska mette a confronto l'intransigenza degli ideali e la realtà» spiega Roberta Secchi del Teatro La Madrugada, tra gli interpreti della pièce che debutterà nell'Isola domani e venerdì alle 21 al Ghetto di Cagliari per i “1000Piani” dal Teatro Contemporaneo di Origamundi. «Robespierre e Danton esprimono i due opposti poli di un astratto rigore e della consapevolezza della fragilità dell'essere: il voltodisumano diundelirio di potere, che preserva la sua “purezza” al prezzo di migliaia di vite, travolge chi cerca di opporsi al Terrore» in uno spettacolo coinvolgente, che vede il pubblico protagonista, chiamato a decidere delle sorti dei due capi rivoluzionari. Mise en scène originale firmata da Raul Iaiza, sulle pericolose derive di un' autorità assoluta – conquistata con il sangue – spinta alle estreme conseguenze, in un'inarrestabile ondata di violenza: «parole inmovimento e la musica della “Follia”» per la descrizione di un' ascesa e caduta del sogno di fraternità ed eguaglianza che «lascerà un'inestinguibile fame di libertà». Tra sculture sceniche in uno spazio che evoca l'aula di untribunale esplode lo scontro dialettico tra il giacobino Robespierre e Danton, presidente della Convenzione: «duepersonaggi a tutto tondo, autentici, profondi e interessanti disegnati dalla Przybyszewska, autrice famosissima in patria, a cui si è ispirato anche Wajda per il film con Depardieu». “L'Affare Danton” porta nell'Isola – oltre al dibattito sugli ideali «su cui si misura la distanza con l'Italia di oggi, in cui la politica discute e si occupa di altri interessi» - una visione del teatro che ha radici nella lezione dell'Odin Teatret e di Grotowski. «Son partita dalla Sardegna per studiare all'Accademia di Brera, poi ho letto “La canoa di carta” di Barba ed è stata una folgorazione: ho scoperto il “mio” teatro» racconta Roberta Secchi – vincitrice con “Lorca eran tutti” del Festival Emersioni a Milano: «unasintesi estrema, dove gli attori incarnano la complessità del pensiero, e tutto diventa vita». Senza rinunciare alla poesia. Anna Brotzu