Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Un viaggio nella memoria, D'Andrea con fantasia e rigore

Fonte: L'Unione Sarda
16 novembre 2011

Si è chiusa a Cagliari la parentesi autunnale del festival “Musica sulle Bocche”

 

Il pianista jazz incanta il pubblico del Massimo
Vedi la foto Quanta bella musica scorre tra le mani di Franco D'Andrea, gigante del piano jazz che tutta l'Europa ci invidia (la passata stagione la prestigiosa Académie du Jazz de France gli ha conferito il “Prix du Musicien Européen”), di scena i giorni scorsi al teatro Massimo di Cagliari per la parentesi autunnale di “Musica sulle Bocche” proposta nel capoluogo.
Un set disteso in solitudine che regala un viaggio nella memoria mettendo insieme un po' tutta la storia del jazz, spaziando dalla musica degli anni Trenta e Quaranta allo swing al bop, fino a rimandi astratti e al jazz di matrice europea. Con una prova interamente giocata sullo scandaglio di idee musicali che affiorano da temi personali e standard ultrafamosi consegnati con nuova veste attraverso un incessante lavoro di destrutturazione e ristrutturazione armonica e melodica, il gentleman del pianoforte, legato alla Sardegna da tanti ricordi, primo fra tutti, la lunga e profonda amicizia che lo univa ad Alberto e Cristina Rodriguez, agisce sulla tastiera con straordinaria ampiezza di pensiero, fantasia e rigore tecnico.
Scorrono il monkiano “Coming On The Hudson” e il gershwiniano “Strawberries”, “I've found a new baby” di William Spencer e “Caravan” di Ellington, “Scrapple from the apple” di Parker, “Naima” di Coltrane e “Turkism mambo” di Tristano, passando per pagine del proprio repertorio come “Two colors” e il geometrico “AG + 2M”. Dopo il bis di rito, il pianista lascia il palco accompagnato dai caldi applausi di una platea di fedelissimi.
La tre-giorni cagliaritana ideata da Enzo Favata viene chiusa il giorno seguente (domenica) dal sassofonista algherese col suo nuovo progetto “Os caminos de Garibaldi” che fa marciare un bel gruppo formato da Alfonso Santimone, pianoforte, Flavio Davanzo, tromba, Giancarlo Schiaffini e Filippo Vignato, trombone, Danilo Gallo, contrabbasso, U.T. Gandhi, batteria, lungo un itinerario segnato da echi free, reminiscenze jungle-ellingtoniane, gustose trame interne, marce, atmosfere latine, candombè e maracatù. E ancora: ballate, respiri bandistici, solismi, fitto interplay, colori mediterranei, immagini e narrazioni. Senza dimenticare uno sguardo sulla tradizione della nostra terra e sul repertorio d'opera con una trasfigurata versione del “Va', pensiero”.
Una serata salpata con gli sperimentalismi del chitarrista Stefano Ferrari in arte Menion (da anni con base a Berlino), ospite della vetrina dedicata dal festival alla scena elettronica del capoluogo, le cui luci il giorno prima illuminano lo showcase dei Mom8, ovvero Maurizio Corda, live electronics, Mario Massa, tromba, Matteo Carrus, tastiere.
Carlo Argiolas