Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La fisica? Vive tra ragione e fantasia

Fonte: L'Unione Sarda
11 novembre 2011

SCIENZA. Carlo Bernardini al Festival di Cagliari: le regole del mondo e il ruolo della didattica


Cos'hanno in comune le intuizioni di Archimede, Galilei, Newton, Einstein? Sono nate in un territorio mentale che si chiama immaginazione razionale. Raggiungerlo è possibile a chiunque. Basta avere gli strumenti e il coraggio di percorrere il confine tra razionalità e fantasia. Perché «le scoperte scientifiche, anche quando sembrano complicate, sono solo semplificazioni della realtà. Rappresentazioni delle cose osservate, ripulite del superfluo». A regalare l'illusione che rivoluzionare il mondo scientifico sia un gioco alla portata di tutti è Carlo Bernardini che, a 81 anni, può vantare una collezione di scoperte da immaginazione razionale: dall'anello di accumulazione all'acceleratore di particelle Adone. Al Festival della Scienza a Cagliari, il professore emerito di Fisica alla Sapienza di Roma e direttore della rivista “Sapere”, avvisa che «se le scoperte della scienza sono semplici formalizzazioni della rappresentazione mentale della realtà, per arrivarci è necessario distinguere tra imparare e capire».
Quanto pesa in questo la qualità dell'insegnamento?
«Moltissimo. La didattica dovrebbe stimolare i talenti e produrre immagini del reale sulle quali chiunque possa assaporare il piacere della scoperta. Sono convinto che l'insegnamento sia un'arte che merita un'immaginazione creativa molto superiore a quella che circola nella cultura contemporanea. A partire dalle scuole primarie. Imparare non serve, bisogna capire, ma per capire occorre l'interazione continua. Nelle scuole fanno parlare troppo poco i bambini che invece hanno spesso intuizioni straordinarie».
La più grande intuizione della storia della scienza?
«Una cosa banale: il fatto che il mondo abbia delle regole del gioco. Un'intuizione abbastanza tarda, prima prevalevano idee di tipo mitologico».
Allude alla religione?
«Sì, ma non voglio offendere nessuno.
La fisica può spiegare tutto?
«No. Abbiamo spiegato pochissimo, ma non andrei a cercare nel soprannaturale. Anche se non escludo il caso».
Il caso spiega l'origine dell'Universo?
«La spiegazione è legata allo spazio-tempo, ma non ho un'idea precisa».
Il ruolo del dubbio nei processi di immaginazione razionale?
«Ha un enorme ruolo propulsore. La formalizzazione fenomenologicamente fondata lo “veste” in modo che sia presentabile e interpretabile. Il biologo Françoise Jacob diceva: se diamo risposte ai perché ci imbattiamo nella trappola del soprannaturale che ammazza domande e curiosità. Invece la scienza agisce per generalizzare dal basso e impedisce che il senso comune apra la strada all'aristotelismo di ritorno, alla fisica “ingenua”».
Le scoperte della fisica a volte sono sfruttate per gli armamenti. È possibile conciliare il progresso scientifico con l'etica?
«Faccio parte dell'Unione Scienziati per il Disarmo e ripetiamo ai nostri colleghi “non lavorate per sistemi d'arma”. Bisogna rispettare la vita umana. Bisogna anche lavorare sul linguaggio perché le parole possono essere un veleno potente. I terroristi sono quelli che attaccano, ma anche quelli che lo fanno dichiarandosi esportatori di democrazia».
Cristina Muntoni