C’è fermento in città sul fronte della Cultura. Un movimento di coscienze che da settimane si sta levando nel capoluogo per tentare di trovare una via comune tra operatori e istituzioni. Così, dopo le riunioni degli “addetti ai lavori”ora la palla passa alle istituzioni. La Provincia di Cagliari ha deciso di lanciare gli Stati Generali della Cultura con due giornate, oggi e domani, per una full immersion con istituzioni e operatori che mira a creare «una nuova alleanza per la cultura». Si parte oggi alle 9.30 al Palazzo Regio. Al tavolo sul fonte delle istituzioni siederanno Francesco Siciliano, assessore provinciale alle Politiche culturali, e i colleghi di Regione e Comune, Sergio Milia ed Enrica Puggioni, il consigliere provinciale Rita Corda. Tra gli addetti ai lavori Giuseppe Palmas, presidente dell’associazione degli enti locali per lo spettacolo, Lelio Lecis, rappresentante Agis Sardegna, Antioco Usala, rappresentante Cosas Sardegna, Maria Teresa Sughi del Teatro Stabile della Sardegna. Dopo i saluti del sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, il presidente della Provincia Graziano Milia introduce i lavori mentre il coordinamento è affidato a Roberto Pili, presidente del Consiglio provinciale. La mattina della prima giornata è dedicata agli interventi, nel pomeriggio (alle 15.30) la tavola rotonda dal titolo “Che cosa vogliono oggi gli operatori culturali dalle istituzioni?”, poi spazio al dibattito fino alle 20. Domani si parte sempre alle 9.30 con la tavola rotonda “La cultura è un investimento o una spesa?”, introduce Claudio Uccheddu, presidente della Commissione Cultura del Consiglio regionale della Sardegna con uno spaccato sullo “Stato dell’evoluzione legislativa regionale sui temi della Cultura”. Nel pomeriggio Marco Minoja, soprintendente dei beni archeologici, apre la tavola rotonda “Culture, paesaggi e patrimoni identitari” con la partecipazione dello scultore Pinuccio Sciola, dello scrittore Luciano Marrocu e di Vincenzo Tiana, presidente di Legambiente Sardegna. Coordina Mario Fadda, componente della Commissione cultura del Consiglio provinciale. I TEMI DELLA DISCUSSIONE Un punto centrale della discussione sarà l’istituzione della Consulta delle associazioni culturali della provincia di Cagliari. In tal senso si darà voce a tutti gli operatori del settore che vorranno dare un contributo e si farà un'analisi della storia, delle tradizioni, del paesaggio e dello stato dei luoghi della provincia. Sarà poi affrontato il tema della valorizzazione del concetto di “distretto culturale” e della cultura come “bene comune”, con l’avvio di un censimento degli spazi da poter offrire alle associazioni culturali per lo svolgimento delle singole attività. Saranno inoltre pianificati con gli enti locali “sistemi bibliotecari integrati” e sistemi museali e musicali collegati in modo tale da rendere possibile una sinergia lavorativa, sia con gli assessorati al Turismo che con quelli alla Pubblica istruzione e alle Politiche giovanili. Altro tema al centro della discussione è la difesa e promozione della lingua sarda, ma anche l’attrat - tività degli eventi culturali sotto il profilo economico, con ipotesi di forme di finanziamento privato in aggiunta a quelle tradizionali messe a disposizione dalle istituzioni pubbliche. Insomma la ricerca di sponsor privati per eventi e manifestazioni, come già avviene nelle capitali della cultura italiane ed estere. «Vogliamo condividere con le forze vive della società e della cultura un nuovo patto d’inclusione e cittadinanza, ridando speranza a tutti i portatori d’interesse, a coloro che a diverso titolo consentono alla cultura di vivere e manifestarsi: amministratori pubblici, rappresentanti di associazioni, fondazioni e operatori del settore », ha spiegato l’assessore alle Politiche culturali della Provincia di Cagliari, Francesco Siciliano. Per l’assessore l’appuntamento si configura come «una nuova alleanza per la cultura, per rafforzarne l’identità, per fare emergere tutte le voci, per riattivare la partecipazione e rilanciare l’occupazione in un settore strategico per la crescita sociale, ma soprattutto per creare un progetto culturale condiviso, fatto di nuove relazioni ed energie, respingendo l’equazione cultura/spreco/inutilità ». Francesca Cardia