Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Firme perché Tuvixeddu diventi un parco

Fonte: La Nuova Sardegna
9 novembre 2011



Nei cinquanta ettari che si sono salvati dalla speculazione edilizia



La raccolta comincia venerdì Il progetto presuppone che tutte le concessioni vengano sospese

PIERLUIGI CARTA
CAGLIARI. «Basta giocare in difesa» afferma Vincenzo Tiana, presidente di Legambiente Sardegna. Nonostante la serie di vincoli che tengono in scacco Coimpresa, Tuvixeddu è sotto la costante minaccia delle ruspe. «È giunto il momento che la politica e il consiglio regionale si occupi a pieno della situazione». Legambiente ha presentato ieri presso le aule della scuola di via Falzarego, un progetto di legge per fare del sito fenicio-punico di Tuvixeddu-Tuvumannu un parco paesaggistico archeologico. Il documento di trentatrè articoli, sarà proposto dall’associazione ambientalista ai capigruppo in consiglio regionale. Da venerdì, in occasione dello sciopero generale, si darà il via ad una campagna di firme in sostegno alla proposta. L’idea progettuale si compone di un grande parco comprendente tutte le aree libere delle edificazioni. Nonostante le devastazioni infatti, un’area di cinquanta ettari è stata risparmiata e ancora conserva il suo valore storico culturale. «Dietro la scuola sono rimasti i carrelli, le tramogge e i nastri trasportatori, testimoni dell’azione decennale dell’Italcementi - racconta Tiana - non a caso l’anno scorso la sovrintendenza ha istituito il vincolo minerario». Il senatore Roberto Della Seta (Pd) commenta: «Le sentenze del consiglio di Stato non sembrano però bastare ad invertire la rotta e raggiungere l’obbiettivo di valorizzare il sito e di renderlo fruibile dal punto di vista culturale e turistico».
Legambiente ha approntato un progetto essenziale da sottoporre all’attenzione del consiglio regionale: istituire un parco su tale area, da affidare in gestione al comune di Cagliari in concerto con la provincia. Il ruolo di presidente del parco dovrebbe essere affidato al sindaco ed il coordinamento ad un consiglio composto da due esponenti comunali e da uno provinciale.
Il portavoce dell’associazione inoltre spiega che il progetto presuppone la sospensione di tutte le concessioni; e si sviluppa attraverso un piano triennale di spesa per novanta milioni di euro. Settanta milioni per gli eventuali espropri ed il resto per le spese gestionali e di restauro.