Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Legambiente: una legge per la necropoli

Fonte: L'Unione Sarda
9 novembre 2011

La proposta in Consiglio
 

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Per ampliare e far vivere il parco servirebbero 90 milioni di euro in tre anni. «Ci rendiamo conto che sono tantissimi, specialmente in un momento come questo», precisa subito Vincenzo Tiana, numero uno di Legambiente in Sardegna. «Ma potrebbero essere anche pochi», ribatte il consigliere regionale Chicco Porcu. Questione di punti di vista. Per ora la cifra messa nero su bianco nella proposta di legge regionale del movimento ambientalista è la somma dei 30 milioni di euro da spalmare in un triennio.
I trentatré articoli del documento presentato ieri nella scuola “De Amicis” di via Falzarego, verranno depositati presto in Consiglio regionale e si basano sull'ordine del giorno approvato circa un anno fa dalla stessa assemblea di via Roma. La proposta di legge sarà sostenuta anche da una raccolta di firme «a livello nazionale», come ha specificato il senatore del Pd Roberto Della Seta. I 90 milioni serviranno in gran parte (circa 70 milioni) a sostenere il costo degli espropri delle aree. La gestione affidata a Comune e Provincia: l'organigramma ipotizzato prevede un presidente, un direttore, un comitato direttivo e un comitato scientifico. «Il presidente potrebbe essere il sindaco di Cagliari», ha detto Tiana, «e come punti di riferimento abbiamo preso due esperienze che hanno raggiunto il traguardo: il Parco dell'Appia Antica e quello della Valle dei templi in Sicilia». Le sentenze del Consiglio di Stato «non bastano», e la situazione deve essere «ripresa in mano dalla politica», come ha aggiunto Porcu. «Ma in alcuni casi le sentenze hanno impedito dei danni irreparabili», ha invece chiarito Della Seta, «ora è importante e fondamentale raggiungere il traguardo: rendere fruibile il Parco e farlo conoscere».
Il piano intende valorizzare le tre «anime» del Parco: da quella archeologica, legata alla presenza della «più grande necropoli punica al mondo», a quella paesaggistica. «Senza dimenticare il riconoscimento di bene culturale connesso all'attività mineraria», che ha caratterizzato negli anni passati la storia dell'area. Decine e decine di ettari che ancora chiedono un futuro. ( m.r. )