Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Musulmani, siamo tremila»

Fonte: L'Unione Sarda
8 novembre 2011

Sulaiman Hijazi, portavoce dell'associazione El Hoda: «Ora chiediamo la moschea»
 

Nel '94 i fedeli praticanti erano 20, oggi sono più di 900
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Nel '94 i fedeli praticanti erano 20, adesso sono più di 900. Sono tante le persone appartenenti alla comunità islamica, in grande espansione e intenzionata a integrarsi sempre di più con il popolo sardo e in particolare con quello cagliaritano.
LA STORIA Sulaiman Hijazi è il portavoce dell'associazione islamica “El Hoda”, ha 28 anni ed è arrivato nel capoluogo nel 2004. «Quando sono venuto in città i praticanti dell'Islam erano già 500, ma non c'era nessuna organizzazione, erano tutti sparpagliati e c'era un gran caos». Adesso la situazione è diversa: «Non è facile unire tutti i fedeli, sono rappresentate 16 nazioni diverse all'interno della nostra comunità, difficile mantenere l'ordine in una situazione del genere, ci proviamo».
LE DONNE Ha destato scalpore lo spazio esiguo destinato alle donne durante la preghiera della Festa del Sacrificio, domenica scorsa: «Loro stesse hanno protestato per le condizioni in cui sono costrette a stare, ma cosa possiamo fare? Non si può obbligarle a non partecipare alle preghiere, e allo stesso tempo il locale di via del Collegio è piccolo». Rimane il fatto che al popolo femminile non può essere destinato quello spazietto, e Sulaiman ne è consapevole: «Studieremo delle alternative, siamo i primi a volere che le nostre donne abbiano lo spazio che meritano». E ancora: «La gente ha un'idea distorta sulla condizione delle donne musulmane. Io ho due sorelle in Palestina, una porta il velo e l'altra no, è una scelta. E mio padre e mia madre si sono sempre rispettati a vicenda, nessuno ha mai trattato male l'altro».
MEDICI Sbagliato credere che la comunità sia composta solo da venditori ambulanti: «Io sono un cameriere - dice il ragazzo - e sono diplomato. Ma abbiamo anche tanti medici e specializzati in farmacologia, che ci danno una grossa mano nelle spese che dobbiamo affrontare». Solo l'affitto della loro sede di via del Collegio costa 600 euro al mese: «Noi fedeli riusciamo a racimolare non più di 350 euro, per raggiungere certe cifre abbiamo bisogno dell'aiuto proprio di medici e professionisti che stanno bene».
LA POLEMICA La comunità musulmana in questo periodo ce l'ha con l'amministrazione comunale, e il portavoce dell'associazione islamica spiega il perché: «Ci hanno dato la Fiera per festeggiare la fine del Ramadan, eravamo circa mille, siamo stati benissimo. Ci è stato detto che ci avrebbero dato lo stesso spazio anche per questa ricorrenza, e invece nulla. Questo a noi è dispiaciuto molto». I fedeli chiedono una struttura che possa ospitare tutti, per esempio una palestra.
IL CROCIFISSO Sulla scelta del sindaco Massimo Zedda di non avere il crocifisso nel suo ufficio, Sulaiman ha un suo pensiero: «Al di là di questo caso specifico, a mio avviso i simboli religiosi non vanno toccati. In Palestina il crocifisso è presente negli uffici pubblici cattolici». Ma poi chiarisce: «È comunque diritto del Sindaco decidere se avere il crocifisso o qualsiasi altro simbolo religioso nel suo ufficio».
LE INCOMPRENSIONI Il portavoce della comunità musulmana rivela di aver ricevuto qualche critica dopo la decisione di scendere in piazza in solidarietà di Rossella Urru, la volontaria sarda rapita in Algeria: «Mi hanno detto che in questo modo sembrava che volessimo chiedere scusa agli italiani per il rapimento, ma non è così. Noi abbiamo solo voluto dimostrare che non siamo dalla parte dei rapitori, e che siamo vicini alla volontaria. Tutto qua».
RAZZISMO Sulaiman racconta di non aver vissuto particolari episodi di razzismo a Cagliari, ma che comunque c'è un buon 20 % di cittadini che ancora non ha capito la comunità musulmana: «Un po' è colpa nostra - ammette - ma c'è anche l'ignoranza di alcune persone, che parlano senza conoscere la nostra comunità. Noi dobbiamo lottare per sconfiggere tutte le incomprensioni che si vengono a creare, perché sono dell'idea che noi musulmani siamo molto simili ai sardi, spesso qua si capisce che una persona viene da un paese islamico solo quando parla, perché altrimenti potrebbe tranquillamente essere scambiata per un sardo».
Piercarlo Cicero