Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Parco Molentargius l’oasi degli annunci rimasti sulla carta

Fonte: Sardegna Quotidiano
7 novembre 2011

LE PROMESSE Ripresentata la svolta per l’area protetta con i fondi della Regione. Ma le prime dichiarazioni sul rilancio del sale risalgono addirittura al 1995 E anche allora sembrava cosa fatta. Ecco la lunga lista di progetti mai partiti nL’ultima volta è stata ieri, alla presentazione della “Guida alla flora” del Parco Molentargius-Saline, curata dal botanico Gabriele De Martis. «La ricchezza e la biodiversità a Molentargius non devono essere viste come un ostacolo allo sviluppo del parco – ha affermato il direttore, Marco Loddo –. Bisogna, semmai, proseguire lungo il cammino che, con i 20 milioni stanziati dalla Regione, porterà alla ripresa della produzione del sale, alla riconversione agricola dei terreni di Is Arenas e al recupero degli edifici dismessi, da destinare al termalismo, alla cultura e allo sport». Mercoledì, ha poi annunciato Loddo, l’assemblea dell’Ente parco si riunirà per esaminare le proposte del Comitato tecnico e, se tutto andrà bene, potrà partire il tavolo delle trattative con la Regione ed «entro l’anno si potrà varare quella parte dell’accordo di programma che riguarda il risanamento delle vasche salanti e il ritorno di Is Arenas all’agricoltura ». Passi avanti, insomma, su fondi e progetti di cui però si discute da almeno quindici anni e che si sono trasformati in un ritornello in cui pochi credono. I primi annunci sulle magnifiche sorti e progressive del parco, d’altronde, fiorivano già alla metà degli anni Novanta, con un’attenzione particolare per il recupero delle Saline. Nella primavera del 1995, per esempio, dopo sette anni di rinvii, i sindacati già brindavano all’apertura dei cantieri del progetto-pilota da oltre 100 miliardi di lire per la ripresa della produzione del sale. «Il fatto che si parta è certamente importante, ma il merito è di sindacati e ambientalisti che con le loro battaglie hanno permesso che sulla vicenda non cadesse mai il silenzio », dicevano in coro Cgil, Cisl e Uil. Nel ’97, però, era ancora tutto sulla carta, mentre cominciava a farsi avanti l’ipotesi delle terme: «Perché non sfruttare le acque madri delle saline e i fanghi ricchi di sostanze attive depositati nei vasconi, seguendo l’esempio di Cervia, in Romagna?», si chiedeva alla fine dell’estate del ’97 il presidente della Provincia, Nicola Scano. «Sull’esempio di quelle pugliesi a Margherita di Savoia, è possibile mettere in moto anche attività turistiche legate alla produzione di sale: c’è l’acquacoltura, ci sono centri di ricerca e anche le terme», rilanciava il presidente regionale di Legambiente, Vincenzo Tiana, nel novembre del 2000. E cinque anni dopo, senza che ancora nulla si fosse smosso, anche il sindaco di Cagliari, Emilio Floris, confermava: «Le fonti di ricchezza del parco possono essere tre: le saline, fondamentali per salvaguardare l'ecosistema, le visite guidate, che portano ricchezza diretta e indiretta, e il termalismo». Tutti d’ac - cordo, quindi, almeno a parole e senza considerare il problema dei fondi. «Le saline sono fondamentali per far partire definitivamente il Parco, si tratta però di trovare le risorse economiche », avvisava nel febbraio del 2008 l’allora direttore del Parco, Mariano Mariani, che comunque non rinunciava all’obiettivo di produrre 30-40mila tonnellate di sale all’anno e sviluppare al tempo stesso una serie di attività termali, magari in sinergia con il vicino ospedale Marino. Corsi e ricorsi, quindi, fino a oggi, con un nuovo direttore pronto ad assicurare che le cose stanno andando avanti e che «un secondo grande progetto di salvaguardia del parco, dopo quello compiuto tra il 1990 e il 2005, è possibile, anche con il coinvolgimento dei privati». È sui tempi che, ancora una volta, è bene rassegnarsi: «Ci vorranno alcuni anni», avverte Loddo. Lorenzo Manunza

LA DELIBERA IL PIANO PER LE OPERE IN CANTIERE LAVORI PER 33 MILIONI

Un piano questa volta c’è, nero su bianco: è quello triennale (2012-2014) delle opere èper il parco, da poco approvato dal conmsiglio di amministrazione del parco. L’importo totale necessario supera i 33 milioni di euro. Sui parla di riattivazione delle saline, entro il 2016, per le quali servono 20 milioni. C’è la creazione di un sistema di piste ciclabili nell’area vasta di Cagliari, per un importo di 588mila euro. C’è anche il piano della mobilità sostenibile per il parco, inserito in quello della mobilità complessiva della città: costo 6 milioni 470mila euro. Prevista anche la ristrutturazione degli argini dei canali: operazione che richiede la disponibilità di oltre tre milioni. C’è tanto da fare, a Molentargius. E questa volta, non ostante le promesse fatte in tanti anni, potrebbe essere la volta buona. O almeno si spera che lo sia.